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A PROPOS DE NICE regia di Jean Vigo

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     8 / 10  10/11/2011 22:27:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Addormentarsi sulla sedia in Bianco e Nero, catarsi dall'alto di mattoncini del piccolo vivere disseminato accalcato, movimenti in cali improvvisi di mutismo, degenerazione di tessuti orlati e cani addobbati, l'Occhio-Documento in spostamento_traslazione – sono le barche a muoversi o la boa a farlo – mentre le barche rimangono immobili nella loro mobilità passiva e telecomandata quanto un meccanismo che porta le marionette-schermo dalla culla alla tomba senza colpo ferire?

Spiagge di burattini defecati tra le tende del cielo ma è solo scia nell'acqua, in sottofondo, agitarsi sul palco nell'olocaustico annaspare agitando le braccia coinvolgendo/si stravolgendos/si, ahimé, umana condizione, fotografia che rimane senza sog.getti ma solo sfondo, teatrino da circo dopo un assassinio di immagini a contrasto dove a uno a uno gli attori escono da un immaginario palcoscenico e noi a dire "Eccolo!" – "No, è già morto…"- "No, Ecco questo invece!" Vivi scostanti e morti ambulanti scorrono sul letto dello stesso fiume mescolandosi in quell'agglomerato suburbano che senza peso specifico si appropria di quello che non è che l'interpretazione della realtà: Il nostro occhio bestiale.

E allora via di collo pieno implorano i fermo-immagine, monarchie sovraimpresse in portiere di latta da mensa, ammaccati come argenteria folle, ticchettii della pioggia sulla copertura incrinata di un crollo, e che le macerie si mescolino ed evaporino e se nessuno può più vivere allora nessuno può più morire, materia-frammento – ed è sgomento.