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RATATOUILLE regia di Brad Bird, Jan Pinkava

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Borg     8 / 10  21/10/2007 16:42:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Brad Bird è un genio, non posso definirlo altrimenti questo regista illuminato. Già con “Il Gigante di Ferro”, stupendo film d’animazione in 2D, aveva dimostrato le sue non poche qualità. Una storia d’amicizia sui generis (che strizza l’occhio all’immancabile E.T.) ambientata in piena Guerra Fredda, raffinata, mai banale, dove i personaggi quando hanno qualcosa da dire lo fanno con una splendida sincerità, senza riempirsi la bocca d’ipocrite frasi slogan edificanti. Stessa cosa per “Gli Incredibili”, forse il miglior film di supereroi dopo Spiderman, cita “Watchmen” intelligentemente ed è come il film sui Fantastici Quattro avrebbe dovuto essere. Adesso tocca tessere infinite lodi anche a questo suo ultimo entusiasmante lavoro:“Ratatouille”. Non so voi, ma appena sono scorsi i (bellissimi) titoli di coda avevo gli occhi lucidi, incredulo di tutta la poesia e delicatezza che questo film era riuscito ad offrirmi.
Già il protagonista del film, il topo Remy, ha uno spessore morale che raramente si vede in personaggi animati americani: con la sua personalità entusiasta, persegue il proprio sogno convinto che un giorno che le cose possano cambiare, convinto che la strada per il nuovo sia del tutto possibile. E’ caparbio, coraggioso nello sfidare il giudizio della famiglia, anche quando questo lo mette davanti ad immagini inquietanti (la scena, splendidamente cruda e diretta, dove il padre gli mostra una vetrina piena di trappole e topi uccisi). Ma lui va avanti, non si ricrede come in un qualsiasi altro film dal percorso facilone, esprime le sue convinzioni e continua a percorrere la sua strada. Certo, i contrasti con la sua spalla umana, l’allampanato e imbranato sguattero Linguini, non mancheranno, ma sono mossi da motivazioni consistenti e soprattutto riescono a toccare non facili corde emotive.
In poche parole i personaggi vivono, tridimensionali tanto quanto la CGI che li anima, in stato di grazia per gli splendidi dialoghi che conducono, per le battute mature e ricche.
Film consapevole d’avere una storia da raccontare e un percorso concreto per i suoi protagonisti, non si perde mai nel mero citazionismo cinefilo che sta andando tanto di moda, ma soprattutto non sbanda mai, è di una solidità pazzesca.
E poi vogliamo parlare della poesia che traspare dall’opera? Il rapporto che si crea tra il topo e l’umano è splendido (basti solo citare la bellissima sequenza in cui Remy, dopo essere sfuggito per qualche metro da Linguini, lo vede con la coda dell’occhio e decide di tornare indietro…esce dall’ombra timido, impaurito, ma da quel momento i due saranno una cosa sola). Ancora, la visione del fantasma dello chef Gusteau, parto dell’immaginazione del topo (o forse è realmente l’anima del cuoco, che ha trovato nel topo il degno allievo. In fondo Gusteau, portatore di un prezioso messaggio progressista, non si spaventa di certo se i destini della cucina francese sono nelle zampe di un ratto, anzi!), quasi un novello e pingue Obi Wan Kenobi, che guida e consiglia nei momenti di bisogno e malinconia il nostro amabile sorcio. Ma la poesia è anche data dall’aspetto visivo: la Pixar si supera in ogni film, ma questa volta ha dato un’immagine di Parigi assolutamente magica e sognante senza, e ciò è incredibile, cadere nello stereotipo.
Da applauso anche il severissimo critico culinario Antoine Ego, a lui è riservata la parte più bella del film: assaggiando la pietanza ideata dal topo, si perde in uno straordinario flashback della sua infanzia, in cui quella stessa pietanza cucinata dalla madre aveva lenito la malinconia del momento. Quando torna al presente la sua posa ieratica svanisce magicamente in un sorriso. Poi, intento a scrivere la recensione dopo aver scoperto chi fosse il vero autore della ricetta, l’ascoltiamo in una considerazione autocritica sul suo ruolo, ma pure sulla scelta di poter almeno sostenere e appoggiare il nuovo, che definire impeccabile e profonda è davvero ingeneroso.
Beh, detto questo non possiamo che ringraziare la Pixar e Brad Bird per questo nuovo gioiello, e prepararci a brindare quando, sicuramente, si porterà a casa l’oscar come miglior film d’animazione dell’anno!
…E sarebbe il minimo…
wallace'89  22/10/2007 14:59:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto queste confessioni, anch'io vi conosco, sono FRANZO, sempre utente di bad taste.
valerio1989  22/10/2007 16:43:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ahah... Ciao Franzo!
valerio1989  21/10/2007 19:42:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Borg... che ci fai qui???!!
Ti starai chiedendo chi sono, vero?
eheh... Sono felix di badtaste; è bello ritrovare gente di altri forum quì.
Anke Stranainvidia (Fiaba) è iscritta, ma al momento non mi ricordo il nik...