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RATATOUILLE regia di Brad Bird, Jan Pinkava

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  19/10/2007 19:59:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Poco da fare, questo film è formidabile, una meraviglia per gli occhi e per lo spirito, uno dei migliori degli ultimi vent'anni per quanto riguarda il genere.
La curiosità di vederlo era antitetica (devono averlo pensato anche i produttori) alla sensazione di disgusto che mi provoca l'abbinamento dei topi con il cibo, ehm credo che sarebbero gli ultimi animali della crosta terrestre che vorrei vedere in una cucina (avrei avuto lo stesso conato della cuoca, solo a vederli).
Il topo Remy e lo s.fi.g.atissimo Linguini, che accoppiata vincente!
Ma il tutto non si esaurisce "soltanto" davanti a una tecnica stupefacente, ai bellissimi personaggi: qui c'è una Storia che ci insegna quanto sia imbarazzante la derattizzazione di un mondo naturale opps animale che riteniamo alla stregua dei nostri peggiori nemici (o delle nostre ancestrali paure).
Non credo che cambierò mai idea su taluni "ladri di spazzatura" che scorrazzano sulle nostre città, ma se pensassi alla condizione umana, allora un certo Art Spiegelmann potrebbe dirmi che non serve essere Topi per finire al rogo (cit. Immagine terrificante che vale tutto il film, segnata dalla frase "ecco cosa accade quando un topo si fida degli uomini").
Maus a parte, la narrazione dei personaggi ("Restai in attesa di un segno, una voce, qualcosa...") lascia letteralmente esterefatti: l'animazione ha fatta sua la dialettica del cinema tradizionale, o del dramma hollywoodiano.
Però, ognuno col proprio linguaggio, i due mondi restano divisi e, come ci insegna il film uomo e animale appartengono a due realtà aliene, incomunicabili...

A tratti, soprattutto la lezione di cucina per il neocuoco scapestrato e pasticcione (alias Linguini), sembra di essere sul set di Il Diavolo veste Prada.
Ma poi i personaggi che dire dei personaggi? Immersi in uno splendore ora glamour ora bohemien, sullo sfondo di Parigi, con fattezze fisiche sguardi gesti che li rendono insuperabili...dallo chef un pò Samuel L. Jackson vs. Klaus Kinski al kritico più temuto di Gusteau la cui andatura macabra e dinoccolata sembra appartenere a un Bela Lugosi, o a un Conrad Veidt d'annata...
E lei??? Sembra non a caso la Z-Jones, anch'essa a lezione di cucina (o di recitazione?) su altri set. Ma è fantastica: se l'umanità fosse diversa dovrebbe essere premiata come attrice dell'anno...
Ricchissimo di sequenze memorabili: la fuga iniziale del topo dalla cucina, il respiro olfattivo-visivo della fragranza del cibo, l'invidiabile pranzo servito al critico con il piatto che da il nome al film...o il trionfante ritorno di Remy in famiglia con una festa musicale degna degli "Aristogatti" di Disneyana memoria...

Forse non sempre regge il ritmo, ma questo è un film da non perdere.
In attesa del prevedibile sequel, ovviamente
pier91  12/02/2011 00:02:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Strano, francamente credevo che il monologo finale del critico gastronomico di avrebbe infastidito
shineonthepiper  20/10/2007 19:21:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
da non perdere davvero. e poi a me piacciono i topi in cucina...^^
un saluto.