L.P. 5 / 10 30/09/2007 11:21:01 » Rispondi Vedere 28 settimane dopo è un' esperienza strana, un po' come guardare una lavatrice che fa la centrifuga. Un lungo (sembrava non finire mai) videclippone a velocità elevatissima, trecento inquadrature al secondo, macchina quasi perennemente a mano, montaggio schizoide per dare l' impressione di un' azione frenetica, ma che in realtà non fa altro che rendere questa stessa azione incomprensibile. Peccato, perchè c'è una parte del film (quella centrale dalla diffusione del virus al bombardamento, più o meno) che è interessante e regala alcune sequenze davvero disturbanti (guarda caso, sempre quando gli infetti non ci sono).
La scena del bombardamento di Londra, con i nostri che ascoltano le bombe distruggere la città nascosti in un tunnel sotterraneo è forse la più bella del film, l' unica che trasmetta reali inquietudine e angoscia.
Ma poi 28 settimane dopo si sbrodola in una serie di luoghi comuni, lungaggini, personaggi stereotipati e altri attacchi epilettici di regista e montatore. Lo spavento deriva soltanto dai numerosi sbalzi di volume che esplodono ogni volta che un infetto fa la sua comparsa, tanto che alla fine ci si abitua e non si sobbalza neanche più. Abbastanza irritante l' uso della colonna sonora.