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I RACCONTI DI TERRAMARE regia di Goro Miyazaki

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Testu     7 / 10  29/09/2015 18:21:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ilprimo lungometraggio del figlio di Miyazaki, devo più promettente del previsto.

Anni fa mi capitò di leggere l'originale trilogia di Earthsea di Ursula Leguin, successivamente ampliata a distanza di anni da altri due capitoli. Onestamente parlando, si rivelò un opera sempre meno scorrevole, specie al terzo volume, per il suo spostare eccessivamente l'attenzione dal mago protagonista, ma nonostante ciò si manteneva comunque interessante coi suoi personaggi e con vicende incentrate meno sull'azione e un po più sulla spiritualità. Ad oggi il ricordo di quelle vicende è appannato e dei due seguiti lessi solo un sunto, ma ciò è stato sufficiente per vedere le immense differenze tra il libro e l'animazione. Per cominciare nel lungometraggio vi è la cosa che da sempre ha più fatto infuriare l'autrice nelle poche sfigate trasposizioni, ovvero i personaggi sono tutti caucasici. All'uscita gli autori dell'anime apportarono come scusa che gli asiatici percepivano i toni scuri molto più di noi, ma anche così l'unico minimamente abbronzato è Sparviero/e. Secondo è più importante, la trama è stata tutta cambiata. La sceneggiatura presentata dallo studio in pratica è un Mix, principalmente del terzo e quarto libro. Dal terzo hanno preso il principe Arren, il caos e l'ispirazione del nemico finale, mentre dal quarto hanno tratto l'ambiente agricolo, la ragazzina, Tenar la vecchia "amica" di Ged (conosciuta nelle tombe sotterranee del secondo) ed il nome magico del principino (un altro re). Dal primo invece hanno raccattato l'ombra inseguitrice, ribaltandola nell'identità e con un' origine non più parzialmente magica ma solo spirituale. Ovviamente l'autrice ha avuto ragione a lamentarsi, il principe non era un elemento necessario e crea solo difficoltà di adattamento, ma bene o male per una tale compressione di storie, non è stato fatto un brutto lavoro, ho visto di peggio con la disney di Taron. La regia è in larga parte buona, evocativa, forse un po lenta ma adeguata, del resto Miyazaki Senior ha detto di aver consigliato il figlio e il team è di gente d'esperienza. Quello che forse traspare è fondamentalmente lo stesso difetto di altri più apprezzati film Ghibli, ovvero elementi sul finire che vogliono accellerare ed una chiusura meno convincente di quanto poteva essere. La differenza è che nonostante la stessa buona narrazione centrale, quà si avvisano stranezze anche all'inizio, ma che sono tali per la gestione successiva della forzata figura del principe. La sensazione è che la sceneggiatura sia un po mutata durante l'opera. Una certa pugnalata con furto m-i-r-a-t-o infatti non viene mai "realmente" giustificata ed è affrontata al minimo giusto per non far dire che se l'erano dimenticata. Ragionandoci, più che uno scatto d'ira come viene spacciato, Arren voleva la spada magica (nel non spezzarsi e ferire forse la magia, tanta scena per niente) del padre, "teoricamente" per difendersi dall'ombra immateriale, ed è rimasto poi fregato che non si sguainava ed è scappato con essa. Va bene, ma perchè non lasciarlo intendere nel discorso e passare per un pazzo senza scopo? Che la ragazzina astiosa, saputo che non vi erano motivi personali, passa anche per sciocca con la sua comprensione. Inoltre non è stato mostrato il minimo segno di richiesta per avere la lama sigillata ed Arren anche in stato alternativo non pare tipo da azioni cosììì inutilmente drammatiche. In generale gli attacchi di squlibrio sono decisamente troppo pochi per uno nel suo stato. Certo mettendo in pericolo le donne gli sceneggiatori avrebbero dovuto alterare ulteriormente la storia del libro, ma tanto a questo punto... Detto ciò il film fila comunque liscio fino all'abbraccione scintilloso, li poi tutto lo sfondo draghesco appare per nulla sensato, bello ma fuori posto, l'ombra viene così risolta in modo indiretto. Come non bastasse la rivelazione successiva della ragazza è messa alla fine solo per non eliminarla dell'opera di riferimento e risulta parecchio forzata, come la volontà di redenzione nel proprio paese da parte del rampollo emotivo. Che futuro può mai attenderlo la?

Insomma una sceneggiatura che tenta di fare un po troppi moralismi e che si perde in un bicchier d'acqua, ma non mi sento di dare tutte le colpe a Goro, questi Mix hanno fatto vacillare professionisti di maggior esperienza. Purtroppo rimane un'opera media dello studio, ma è in linea con altre, solo che a lui non sono state perdonate le cadute di ritmo, le cose lasciate intendere e i finali migliorabili. Non dico che sia un professionista paragonabile al padre e ribadisco che ha avuto tutto il supporto possibile e immaginabile, semplicemente... la differenza di trattamento dei fan Ghibli è stata netta e ingiusta, ci fosse stato un altro nome, anche con risultati peggiori sarebbero stati più entusiasti nel giudicare Terramare.