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CIELO SULLA PALUDE regia di Augusto Genina

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6½ / 10  30/03/2007 23:17:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vincitore, credo, del Festival del Cinema di Venezia, il film di Genina esprime, nella vicenda di Maria Goretti, una sorta di "estasi universale", non meno effimera e retorica delle tante fenomenologie sulla fede imposte dai media di ieri e di oggi (v. statue che piangono sangue et affini). Oggi risulta nel complesso delirante, ma non privo di una certa rozza poesia: tratteggia l'assassino come un'uomo ignorante incapace di trovare la forza del sentimento "puro" e di reagire solo con la violenza, e la vittima come una sorta di aureola immacolata fin dall'inizio, con tutti i clichè misogini del caso.
Ma la vera forza del film è l'ambientazione, una sorta di "fabbrica rurale" dove il valore dei sentimenti è affidato allo sguardo, e non purtroppo ai gesti, anche i piu' efferati come in questo caso.
Sorprendente il candore nel volto della Orsini, che dopo un'altro film si ritiro' davvero in un convento: quel che si dice la divina provvidenza...
Niko.g  06/06/2012 12:43:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono d'accordo praticamente su tutta la linea.

Nella vicenda di Maria Goretti non c'è nulla di effimero, né tantomeno di retorico. Anzi, direi proprio il contrario.
Le "fenomenologie" della fede, come tu le chiami, non sono imposte dai media e non hanno certo uno spazio maggiore rispetto ai fenomeni da baraccone che in tv ci prendono per il sedere, raccontando di essere stati rapiti dagli alieni o altre cazzàte simili.
Sui casi da te citati, ci andrei più cauto. Esistono episodi per i quali si è liberi di credere nell'intervento divino e che, come nel caso dei miracoli, non sono dogmi imposti dalla Chiesa. In questi casi, ciò che è importante è porre l'attenzione sui protagonisti che ruotano attorno ai fatti, sulla loro serietà e attendibilità, se non addirittura sulla loro professionalità, quando si tratta di medici o biologi affermati che si pronunciano su eventi umanamente inspiegabili, ritenendoli loro stessi miracolosi.

Seconda questione. Tu dici che il film tratteggia come ignorante l'assassino e come "immacolata" la vittima. In realtà sono entrambi ignoranti. La differenza sta nella purezza del loro cuore. Quindi la misoginia di cui parli sta solo nella testa di chi ancora mette in giro questi ammuffiti slogan ideologici. Per quanto mi riguarda io sono tra quelli che ritiene la purezza e la castità della Goretti delle virtù che esaltano e valorizzano la donna e non certo la umiliano o la emarginano.

Ultima nota, per la cronaca. Ines Orsini non si è mai ritirata in convento, ma ha sempre lavorato in fabbrica come impiegata, vivendo insieme al marito.

Invia una mail all'autore del commento kowalsky  06/06/2012 17:14:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi spiace ma proprio i giornalisti hanno dato informazioni sulla futura... monasticità della protagonista, quindi deduco che queste notizie siano false e tuttavia assai diffuse... del film non ho parlato affatto male, ma solo evidenziato come la visione "conservatrice" del regista e le sue idee politiche (che fosse un fascista, è fuori discussione, e lo dico con obiettività) coincidono con una visione edificante e classica della storia. Il film secondo me può essere misogino o meno, ma è chiara l'intenzione del cineasta di soffermarsi proprio sulla "purezza del perdono", purezza che declama il fatto che esiste una donna immacolata che non ha ceduto alle tentazioni
Niko.g  07/06/2012 11:53:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premesso che non contesto il parlar male del film in sé, ma le motivazioni che supportano il giudizio, vorrei capire per quale motivo, secondo te, questa "visione edificante e classica della storia", dovrebbe essere un demerito e per quale motivo questa benedetta purezza del perdono e vittoria sulla tentazione, debba essere un disvalore.

Questo film ha un approccio piuttosto distaccato dall’aura di santità della Goretti, che tra l'altro, venne canonizzata solo l'anno successivo al film. Genina, se avesse voluto spingere in quella direzione, avrebbe potuto enfatizzare molto di più la morte della giovane, per non parlare di quello che accadde al suo assassino, negli anni seguenti. Invece, è stato mantenuto un taglio biografico e non agiografico.
Quindi non vedo cosa c'entrino le idee fasciste, anche perché, come riporta pure wikipedia, "nel 1953 il leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti propose Maria Goretti come modello di vita alle giovani comuniste facenti parte della FGCI, Federazione Giovanile Comunista Italiana".
Cioè, qui si apre un mondo…