caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

EUROPA '51 regia di Roberto Rossellini

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
JOKER1926     6½ / 10  13/12/2011 17:01:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il concetto dell' "immortalità" in senso cinematografico esalta amabilmente l'anima di una pellicola, questo in linea di massima. Ma tale processo di mitizzazione è applicato, nel Cinema, con una scarsa frequenza. Discorso che ricade nell'analisi mossa intorno ad "Europa 51" che sembra, ad oggi, un film superato e imperfetto, secondo parere personale del recensore...
"Europa 51" all'epoca, negli anni cinquanta poteva risultare un prodotto di immenso spessore con questioni realiste, nel film di Rossellini emerge palesemente una denuncia sociale, esistono classi diverse e distinte, c'è il ricco e il povero, i punti di intersezioni sono impensabili.
Ma una donna orfana di un figlio suicido (Ingrid Bergman) troverà un punto di coesione, e quindi di non ritorno, con le classi deboli ma "passionali" della società.

"Europa 51" oltre il suo apparato di denuncia sembrerebbe inossidabile se si esclude la sua caduta goffa in una serie ripetitiva di forzature e di esaltazione dedite, dopotutto, ad innalzare un clamoroso palco di commozione. Il finale, per esempio, è una caduta di stile, paradossale e troppo "costruita".
E' proprio la storia a mostrare crepe, certo in essa ci sono passaggi importanti ma per tutto il tempo, visionando la pellicola nella nostra epoca temporale, spuntano difetti ed enfatizzazioni. Regia statica, ma nel frangente, l'anno di produzione funge da discreta scusante.
"Europa 51" quasi diventa una parabola religiosa che poco si adatta, ad avviso personale, ad un mondo dinamico e metropolitano come quello degli anni cinquanta...