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THE GRANDMOTHER regia di David Lynch

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ULTRAVIOLENCE78     8½ / 10  22/10/2008 21:22:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“Grandmother” è uno dei più bei cortometraggi concepiti da David Lynch. Realizzato nel 1970, descrive, con la tipica vena visionaria del regista americano, le vicissitudini familiari di un ragazzino di nome Matt, costretto a subire le angherie e le brutali sfuriate di genitori aguzzini, i cui atteggiamenti si avvicinano molto a quelli di animali rabbiosi. Essi, infatti, sono raffigurati all’inizio quasi come dei cani intenti ad accoppiarsi dapprima, ed a mostrare il loro stupore/disappunto di fronte alla nascita (inaspettata?) del figlio dopo, emettendo dei versi simili a latrati. La narrazione prosegue negli ambienti cupi della casa familiare, dove il ragazzino (il cui nome viene pronunciato più volte e con un’ira smodata) spaesato e atterrito è immerso nel degrado originato da genitori rozzi, insensibili e opprimenti, incapaci di ascoltarlo e di comprenderne il malessere, di cui è sintomo evidente il suo urinarsi a letto. Ma il problema di Matt sarà solo l’occasione per il padre-padrone di sfogare la sua rabbia e le sue frustrazioni su di lui. Terribile, poi, la sequenza che lo ritrae in preda alle turbe psichiche della madre, e che mostrando la sua disperata recalcitranza (“amplificata” da urla strazianti rese con un effetto sonoro inquietantissimo) sembra lasciare intendere che questi sia stato in precedenza vittima di abusi sessuali. L’unico conforto per Matt è la “grandmother”, che però non è legata a lui dai tradizionali vincoli di sangue (qui mostrati da Lynch nella loro natura più deteriore e nefanda), in quanto generata da una pianta da egli stesso coltivata nella sua cameretta (immagine che rimanda ad un rapporto costruito spontaneamentee volontariamente, e non imposto da una ingiusta legge della natura). Da lei Matt riceve finalmente le cure, i riguardi e i gesti affettuosi che fino a quel momento gli erano stati negati nell’alveo familiare: essa veglia su di lui mentre dorme (emettendo un suono/fischio che si pone come l’esatto contraltare alle urla feroci e stridule dei due genitori), lo vezzeggia, lo consola e gioca con lui. Ma l’idillio è destinato a durare poco: la “nonna”, agonizzante, defunge nell’indifferenza dei genitori di Matt, e quest’ultimo ripiomba nella solitudine opprimente della sua cameretta.
Un’opera disturbante, pervasa da quella atmosfera (a livello sia visivo che uditivo) truce e angosciante che troverà più ampio respiro nel primo lungometraggio di Lynch: Eraserhead.
Alla parte recitata si aggiungono inserti animati (realizzati con la tecnica dello “stop-motion”), che illustrano la nascita del nucleo familiare, il suo sviluppo, nonché le fantasie del piccolo protagonista.
ULTRAVIOLENCE78  22/10/2008 21:27:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chissà se Burton si è ispirato a questo per "Vincent"?
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  10/09/2010 17:52:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento!