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BLADE RUNNER regia di Ridley Scott

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     10 / 10  08/04/2009 15:20:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In una Los Angeles del futuro un’umanità senza speranza sopravvive sotto una pioggia incessante,violenta,ostinata ma incapace di lavare via il luridume depositatosi in ogni dove,su palazzi,strade,abiti e nel cuore degli uomini.L’unica via di fuga sono le colonie extra-mondo,paradisi artificiali in cui il sole splende ancora,dove la cementificazione folle non ha distrutto l’ecosistema.Solo i più fortunati ed integri fisicamente riescono a raggiungerle,gli altri,figli imperfetti di un mondo vicino all’apocalisse si arrabattano in una città tentacolare e buia,completamente priva di ogni identità.
In questo scenario oscuro si muovono i replicanti,umanoidi creati in laboratorio e destinati a servire l’uomo,esseri coscienti e per questo motivo desiderosi di prolungare le loro brevi vite,determinati a ribellarsi ed a raggiungere il loro scopo anche mediante esplosioni di violenza omicida,disperata e vendicatrice.Sulle loro tracce si muove Deckard,agente dell’unità speciale “Blade Runner” e personaggio controverso,dall’identità definita con chiarezza solo nella versione “Director’s Cut”,per stessa ammissione del regista Ridley Scott.
Tratto liberamente dal romanzo di P.K. Dick intitolato “Do androids dream of electric sheep”,”Blade Runner” è considerato a ragione un capolavoro non solo del genere sci-fi, perché capace di affrontare tematiche legate all’esistenza e al diritto ad essa.Il percorso dell’uomo è ricco di interrogativi,misteri e speranze,ed anche quelli che dovrebbero essere i suoi figli perfetti risultano insicuri nella loro apparente completezza.L’anelare una vita più longeva è sintomatico di quanto essi siano stati creati ad immagine e somiglianza in una società in cui l’uomo si è sostituito ad un ipotetico Dio che ora li rinnega.
Ridley Scott dà sfogo alle sue capacità visionarie,creando un mondo claustrofobico,cupo,pervaso da un malessere strisciante che si incolla su ogni personaggio definendone un’ attitudine tragica e combattuta,le straordinarie musiche di Vangelis contribuiscono a rendere ancor più emozionante un trama dai tempi perfetti,che vanta uno dei monologhi più suggestivi e famosi dell’intera storia del cinema.
Stupendo,da vedere e rivedere anche per cogliere tutti quegli indizi che spazzano i dubbi che nella prima versione,quella con il finale “on the road”,rimanevano in bilico.