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BLADE RUNNER regia di Ridley Scott

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agentediviaggi     10 / 10  31/12/2003 14:42:00 » Rispondi
Avvampando gli angeli caddero,
profondo il tuono riempi le loro rive,
bruciando con i roghi dell'Orco

Non il film migliore della storia del cinema, ma sicuramente il MIO film.
Tralasciamo le interpretazioni, la fotografia, la perfetta colonna sonora di Vangelis in quanto cadenza con maestria gli avvenimenti. Quando un film diventa un capolavoro riconosciuto da tutti (o quasi) non è mai perchè tutti hanno fatto bene il loro lavoro, o meglio è condizione necessaria ma non sufficiente. Occorre il caso che riesce a tessere una anima, come se il film vivesse di luce propria. E questo è il caso di questo BR.
Il primo emozionante fotogramma è di per se un capolavoro perchè ci dice di cosa si sta parlando, chi sarà il protagonista della pellicola, ossia non esseri umani O replicanti ma la metropoli moderna e tentacolare. E l'occhio, più volte inquadrato è il messaggio che ci manda il regista, ripreso poi anche in altre parti del film, che ci vuole preparare a vivere soprattutto una esperienza visiva, perchè il miglior cinema deve essere soprattutto una esperienza visiva.
Blade Runner si presenta come uno dei film più citazionisti della storia del cinema, anche qui non si capisce quanto volontariamente e quanto non. Ogni volta che lo vedi scopri un riferimento, e cosi oltre a citazioni tratte dalla Vecchio Testamento, le parabole evangeliche, la fine di Cristo, Blake e il romanticismo, Shakesperare, Frankestein, le civiltà mesoamericane (altro che piramidi d'Egitto!), la filosofia empirica, Metropolis, la produzione letteraria di Philip Dick il poeta maledetto della science fiction americana, il noir americano degli anni 40', l'escatologia con le sue eterne domande (chi siamo e da dove veniamo) sicuramente altro verrà fuori ad una nuova visione. E la sua influenza sul cinema contemporaneo e sul cyberpunk (Neuromancer di Gibson non era ancora uscito anche se esisteva il manoscritto), sulla cultura punk (anche se c'è stato uno scambio reciproco). E le sue intuizioni: società sempre più melting pot, asiatizzate, inquinate, alientate, dove tecnologia e solitudine si intrecciano in una danza macabra e tenebrosa. Il suo essere sia iperrealista che onirico, iperrealista in quanto descrive più un presente estremizzato in alcuni suoi aspetti che un futuro remoto, onirico perchè tratteggia appena situazioni e personaggi (che non vengono scavati a fondo) esattamente come i sogni, dove è tutto vago e quindi aperto a ogni conclusione, a tal punto che il film non si chiude mai veramente in nessuna delle versioni in commercio e puoi ritrovarti la Los Angeles del film e tutto l'universo fantastico creato da Scott dove vuoi tu, a Roma, a Berlino, a Parigi o Lagos.
Il miracolo di Ridley Scott credo sopravviverà ai nuovi film di fantascienza più ricchi di effetti visivi, perchè non è semplicemente un film riuscito, ma perchè rappresenta un' incredibile fucina di idee e situazioni collocate li da un deus ex machina, che certamente deve aver abbandonato il Nostro in quasi tutti i suoi film successivi. Epico.