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CABIRIA regia di Giovanni Pastrone

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Dom Cobb     8 / 10  10/04/2018 18:07:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Terzo secolo a.C.: la bambina romana Cabiria viene rapita e venduta ai Cartaginesi come schiava, destinata al sacrifico al sanguinario dio Moloch. La spia romana Fulvio Axilia e il suo fido compagno Maciste si impegnano a salvarla; da quel momento, per tutti e tre inizia una rocambolesca avventura sotto lo sfondo della Seconda Guerra Punica...
"Cabiria" appartiene a una pagina poco nota della storia del cinema: non solo si tratta di un film muto, ma è per di più una produzione italiana, fatto che potrebbe apparire strano al pubblico generalista, che senza voler offendere nessuno pare aver dimenticato che l'Italia aveva un cinema già prima dell'avvento del sonoro, e che tale cinema era abbastanza di qualità da attirare anche l'attenzione dall'estero.


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Film di questo periodo oggigiorno si tende a considerarli alla stregua di pezzi da museo, relitti che documentano un certo modo di creare intrattenimento in una società che ormai ci siamo lasciati alle spalle; ma pure a voler condividere una simile opinione, non si può restare indifferenti a un prodotto come questo "Cabiria".
Se già ne "L'inferno", tre anni prima, si poteva vedere con chiarezza l'abilità del cinema italiano nel ricreare storie fantastiche e surreali con un dispiego di mezzi che oggi appare impensabile, "Cabiria" si spinge ancora oltre, regalando un'epopea che anticipa di decenni i grandi kolossal dell'epoca d'oro di Hollywood, e tutto con un anno di anticipo sulla "Nascita di una nazione" di Griffith. Per ben tre ore siamo testimoni di ricostruzioni sceniche dettagliate e curate nei minimi particolari, costumi stupendi, una fotografia eccezionale ed effetti speciali che hanno dello sbalorditivo.


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Tale è l'efficacia della messa in scena, che si può perdonare al film un versante narrativo più debole e meno incisivo: certo, è impressionante vedere i cartelli di transizione arricchite delle scritte di un maestro della parola come Gabriele d'Annunzio in persona, ma questo non nasconde il modo in cui il regista Giovanni Pastrone più di una volta si lascia prendere la mano, ponendo la storia in secondo piano rispetto ai prodigi tecnici e alla spettacolarità sfrenata: si divaga spesso dalla trama principale, con un gran numero di figure secondarie e scene dilungate all'inverosimile, al punto che la stessa Cabiria del titolo scompare per interi spezzoni.


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Inoltre, il film paga il prezzo di una lunghezza eccessiva, e nell'ultima parte si rimane in costante e snervante attesa che la vicenda finalmente volga al termine; un buon tre quarti d'ora in meno avrebbe senza dubbio giovato al ritmo.
Comunque, anche con i suoi difetti, "Cabiria" rimane una pietra miliare del suo genere, uno spettacolo che merita di essere visto almeno una volta da chiunque si professi amante del Cinema. Con simile credenziali, mi sorprende come l'opera magna di Griffith abbia completamente spazzato via questo film negli annali della storia del cinema come primo esempio di lungometraggio occidentale completo sia nella forma che nel contenuto.