FIGHT CLUB regia di David Fincher

ULTRAVIOLENCE78     8 / 10  16/10/2007 12:28:54 » Rispondi
STREPITOSA LA PRIMA PARTE DEL FILM, CHE SI INCENTRA SUL CAMBIAMENTO RADICALE NELLA VITA DI JACK INNESCATO DALLA REALE E SIMBOLICA DISTRUZIONE DEI SUOI AVERI: L'APPARTAMENTO DI LUSSO, IL GUARADROBA FIRMATO, L'ARREDAMENTO E LE MASSERIZIE IKEA, E TUTTE QUELLE INUTILI PACCOTTIGLIE CHE LA SOCIETA' MODERNA CI FA APPARIRE COME ESSENZIALI E NECESSARIE. DI QUI LA CAUSTICA INVETTIVA DI FINCHER AL CONSUMISMO ED AI CODICI DI UNA INSANA GLOBALIZZIONE. JACK COMINCIA A RIFIUTARE TUTTO CIO' CHE SI ERA FATICOSAMENTE COSTRUITO IN ANNI DI LAVORO, RAGGIUNGENDO PROGRESSIVAMENTE LA CONSAPEVOLEZZA CHE IL RISULTATO DEI SUOI SFORZI NON ERANO DETTATI DALLA SUA INTIMA VOLONTA', BENSI' DALLE CONVENZIONI E REGOLE ARTIFICIOSE IMPOSTEGLI DALL'ESTERNO. TALE PROCESSO EVOLUTIVO DI JACK SI MANIFESTA INIZIALMENTE NELLA SUA INSONNIA E NELLA NECESSITA' DI SFOGARSI ALL'INTERNO DI TERAPIE DI GRUPPO (ORAGANIZZATE PER PATOLOGIE DI CUI EGLI NON E' AFFETTO) FINO A DIVAMPARE CON L'INCONTRO TYLER, PERSONAGGIO ESTREMO E ICONOCLASTA CHE RAPPRESENTA LA DEMOLIZIONE DI TUTTI I FETICCI E I SIMBOLI INCARNATI DALLA MEDIA BORGHESIA.
IL FILM PERDE QUALCOSA NELL'ULTIMA PARTE, NELLA QUALE SI DENOTA UN CERTO AUTOCOMPIACIMENTO DEL REGISTA NEL TRASMODARE IN IPERBOLI E FORZATURE.
FINALE A META' STRADA TRA LA RASSEGNATA ACCETTAZIONE DELLA REALTA' E UN RITROVATO EQUILIBRIO INTERIORE, CON IL RIFIUTO DEGLI ECCESSI DETERMINATI DALLA PROPRIA CRISI ESISTENZIALE..