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NASHVILLE regia di Robert Altman

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amterme63     9½ / 10  22/09/2009 23:02:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film mi ha affascinato fin dai primi fotogrammi. Eppure è un film che non ha nessuna caratteristica che potrebbe attirare lo spettatore cinematografico comune. Non ha un protagonista, non racconta una storia in maniera linerare, non c’è progressione drammatica o suspence. E’ tutta una serie di scene in montaggio alternato che raccontano banali episodi di vita di una serie di personaggi naturali e caratteristici allo stesso tempo. Se non c’è unità d’azione c’è comunque unità di luogo (la città di Nashville, nel sud degli USA) e anche temporale (i preparativi di un comizio politico).
Ciò che colpisce pure adesso a distanza di oltre 30 anni è la netta sensazione di realtà diretta, non filtrata, che emana fortissima dalle immagini.
Lo specchio è qualcosa di particolare che attira; non possiamo fare a meno di guardare e di meravigliarci della nostra immagine riflessa. Nashville possiede questo effetto. E’ come se avessimo davanti, invece dello schermo, uno specchio che riflette in continuazione realtà diverse, rinnovando ogni volta la nostra meraviglia e la nostra curiosità.
La rappresentazione diretta, non filtrata della realtà è stata una novità stilistica della Nouvelle Vague (A bout de souffle, 400 coups), applicata però a singole storie. Altman cerca invece ambiziosamente di rappresentare TUTTA la realtà nelle sue mille sfaccettature e nelle sue stridenti contraddizioni. Secondo la mia opinione ci riesce quasi perfettamente. Il continuo spezzettamento e l’effetto “specchio” creano distacco da parte dello spettatore e aiutano così a vedere in controluce i personaggi e giudicarli spassionatamente. Nonostante la varietà c’è una misura e possiamo così seguire agevolmente le varie vicende nel loro intrecciarsi. In genere i personaggi sono colti nella loro vita pubblica o in rapporto con altri. Il fine è quello di dare un quadro ben preciso di umanità americana anni ‘70. Qualcosa che rimarrà eternamente vivo.
Ne viene fuori infatti una testimonianza molto chiara di una nazione in crisi etica e civile, dove il vecchio sistema di valori non ha più la forza e il significato di una volta e dove nessun nuovo sistema è riuscito a prendere il sopravvento.
Nashville è sempre stato il simbolo dell’America più tradizionalista e conservatrice, legata ai valori fondanti di religione, patria e famiglia. Nella realtà del film si fa vedere che i vecchi valori sono ridotti ormai a delle formalità. La famiglie non sono così salde (la tentazione del tradimento è dietro l’angolo), i bianchi non hanno più l’esclusiva. Sotto sotto impera la sete di potere e denaro, l’ipocrisia e il sesso (lo spogliarello davanti a tanti “benpensanti”). Anche la politica è ridotta a una lotta fra interessi; non c’è più la visione complessiva che aveva Kennedy.
Il nuovo sono i giovani capelloni e anticonformisti, i quali però hanno solo una visione edonista e disinteressata della realtà e della propria vita. In generale tutta la società è rappresentata come inebetita dallo “spettacolo” e dal divertimento. Un attentato, un fatto civilmente grave è subito scordato e assorbito grazie al proseguimento dello spettacolo; del resto “it don’t worry me”, i fatti collettivi non interessano, conta il piacere personale.
La protagonista del film è però la musica (nella sua variante country). Nessuno come gli statunitensi a cavallo fra ’60 e ’70 sono riusciti a raccontare tramite la musica. Così bella, così naturale e spontanea, così affascinante, è un grande piacere dell’orecchio oltre a essere fondamentale per il significato del film.
Un’ultima cosa (e poi non rompo più): senza volerlo Altman è stato l’iniziatore di due colonne portanti del divertimento televisivo degli ultimi 30 anni. Con MASH ha fornito il modello per le sit-com demenziali, mentre con Nashville ha ispirato formalmente le telenovelas con tante vicende che s’intrecciano fra di loro. Del suo stile è stato preso solo il guscio mentre si è tralasciato il succo che è l’intelligente sguardo impietoso e approfondito sulla nostra problematica realtà.
wallace'89  21/06/2010 01:35:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che commento splendido! Di grande lucidità e aiuto per capire al meglio il film.
amterme63  21/06/2010 08:27:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie mille !
Invia una mail all'autore del commento wega  01/10/2009 18:51:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oh Luca, tu che l' hai appena visto, ti ricordi in che formato è stato girato? Cioè se a 4:3 o in che so..1,85:1..2,25:1. Perché ho dato un' occhiata per la qualità e l' ho recuperato in 4:3 (schermo pieno per intenderci) registrato dalla Tv..un formato un po' strano per Altman, soprattutto per quegli anni. E mi stanno sulle palle i film sformati dalle emittenti a loro piacere.
amterme63  01/10/2009 19:16:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A quel che so io, questo film è disponibile tuttora solo su VHS. Era un VHS che avevo preso in prestito e che ora non ho più. Non ti so dire in che formato era, mi spiace. Questo film andrebbe visto nella sala cinematografica, qualunque altro formato lo sciupa. In mancanza d'altro accontentati, hai davanti di un capolavoro!
Invia una mail all'autore del commento wega  02/10/2009 12:46:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ok, grazie. Non vedo l' ora di vederlo comunque.