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AMERICA OGGI regia di Robert Altman

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Invia una mail all'autore del commento patty     10 / 10  17/09/2006 19:48:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il capolavoro di Robert Altman, tratto da 8 racconti dello scrittore Raymond Carver e filmato in uno degli ultimi anni del ventesimo secolo, ci fornisce uno splendido ritratto dell'America contemporanea.
La linea conduttiva del film è basata sulle vite di diversi personaggi, ch si intrecciano col fine di fornirci una immediata e cristallina visione della psicologia, dell'economia, dei valori e dei modi di vivere di questi attori involontari di un teatro molto più ampio che è l'america. La visione di Altman, come quella ci Carver, è minimalista, e senza indagare troppo nei meandri di queste menti ci porta a riflettere su ciò che si è perso con l'evoluzione dell'uomo, con l'avvenire dell'industria contrapposto alla lenta decadenza della nostra madre terra, conseguenza diretta della fame si successo, di soldi e di potere, e quindi di un imporevimento dei valori umani. Valori che comunque restano, e sono in questo film l'elemento arrichente e fantastico.
Il dolore, accompagnato dalla poesia propria solo ad un angelo, della ragazza morta suicida, afflitta incredibilmente dal peso della vita e libera solo nel momento di liberazione suprema, per lei la musica del suo violoncello. La bontà disinteressata, colma di amore e accondiscendenza della cameriera di fast food che si occupa di un problematico autista di limousine. Così come ci illumina la maniera in cui una dolcissima moglie sopporta l'arroganza, le menzogne e la stupidità del fanatico marito polizziotto, la generosità della giovane madre che per far andare avanti la baracca e crescere i piccoli in casa si reinventa telefonista porno, andando contro ogni pregiudizio e senso di inappartenenza, contro la sua natura di madre e di moglie affettuosa. E gli altri, che comunque qualche parvenza di buoni valori la fanno apparire, quasi sempre si riducono all'alcolemia o all'uso di droghe per sopportare quel sentimento di sconforto che porta loro il vivere in questa società, che appare nel film come un alcoscienico nel quale di attua una commedia farzesca, piena di controsensi e di bruttezze, di avvenimenti grotteschi e disarmanti. Questi personaggi sono forse quelli più inetti, quelli che sembrano non portare nulla di buono al progresso, ma che in realtà sono le pietre preziose della società, e forse proprio per questa loro lucienza si trovano disadattati e agli ultimi posti della corsa al comando. La salvezza arriva dai caratteri più deboli a accomodanti, e sotto questo aspetto sarebbe stato forse interessante amalgamare a questi vissuti quelli di preti, presidenti, insegnanti, ricercatori scientifici... Nel film a tale proposito possiamo "studiare", o almeno cercare di capire, il carattere di un dottore senza spina dorsale e disilluso, o forse solo sciocco e rassegnato, così come di qualche uomo lavoratore che di fronte alla morte appare impassibile, e che forse proprio per il suo ruolo di "pilastro della società" si chiude in un resistente guscio di insensibilità, che raccoglie però tanta tenerezza, infantilità e voglia di certezze, che a questo punto è in grado di fornirgli solo l'amore.
Il finale e l'inizio (l'arrivo degli elicotteri pesticidi e il terremoto che sembra preannunciare la fine del mondo) ricongiungono queste esistenze alla realtà del globo, e come elemento marginale ma altamente significativo ne delineano i percorsi più profondi, quelli attraversati da queste anime in pena, che comunque sono condotte dal decorrere della vita, possibile solo in una terra che regga i danneggiamenti subiti. D'altronde, la visione che possiamo trarre da questo lungometraggio (di ben 3 ore) non è necessariamente negativa come appare dal mio commento. Questo è un film interpretabile e ci può ben fornire diversi elementi di riflessione, volti a procurarci o a rafforzare una nostra visione del mondo, nel mio caso già delineata. E se non siamo americani poco importa, il mondo si sa è uno solo, e i problemi, soprattutto quelli ambientali, non scelgono mai la loro destinazione in base al livello di irrispettosità per la natura del popolo che lo abita, ma più spesso dal valore delle materie prime e da quello della mano d'opera del luogo, e il conseguente cattivo uso fatto dai capitalisti...
Il modus vivendi che appare in "America oggi" influenza le vite di ogni popolo, sia che questo ne ricalchi le orme, o che ne sia danneggiato direttamente nella qualità di vita della popolazione e nella sua economia. Come da un condottiero notturno siamo portati al completo e irreparabile estinguersi delle nostre risorse, e alla nostra vita in quanto individui (e qui il primo passo è quello di sentirsi persi, disadattati e confusi, e cercare di adeguarsi alla società mettendo in secondo piano i valori e i più puri desideri) . La mia è una visione forse troppo pessimistica, che putroppo non può trarre alcun allegerimento dal seguire le vicende di buone persone, in quanto appare ben chiaro quanto esse inevitabilmente si risolvano nel vivere le proprie esistenze con quel sano egoismo che ci contradistingue tutti, e che è così reclusa ogni buona speranza che nasce dal sapere che gente del genere esiste ancora, e che, come dice Borges in una sua poesia, "Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo", ma questo è già divenuto ottimismo. ----------commenti al commento molto graditi :P ! (é una specie di esercitazione, e comunque mi rendo conto che è un pò troppo..non so come dire.. "gettato"!)