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FESTA PER IL COMPLEANNO DEL CARO AMICO HAROLD regia di William Friedkin

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Angel Heart     7½ / 10  10/03/2013 15:47:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un massacro psicologico senza eguali in quello che è probabilmente il primo film hollywoodiano in assoluto a trattare il tema omosessualità con tanta lucidità, schiettezza e sincerità. Il fatto di essere praticamente agli esordi non significa che bisogna essere gentili e delicati con il prossimo, normale o diverso che sia, e Friedkin nell'applicare questa regola era, è e resterà sempre un maestro. Il suo modo di affrontare l'argomento infatti è cattivissimo e senza peli sulla lingua, e il suo stile è secco e claustrofobico come pochi. Il regista sin dall'inizio ci trasporta tra le mura (ed annesso terrazzo) di questo appartamento newyorkese e pian piano, prima con cautela e poi con brutalità, ci trascina dentro la testa e la pelle di queste eccentriche personalità incapaci di accettare se stesse, di accettare e farsi accettare dal mondo esterno, e tutte unite da un unico dolore comune sebbene provocato da diverse tipologie di delusioni.
Risate gioia ed ilarità di facciata quindi si disintegrano ben presto per poi sprofondare in un abisso sempre più drammatico di pianti, crisi, umiliazioni, rabbia e frustrazioni che permettono ai personaggi di uscire allo scoperto senza ipocrisie, di confrontarsi con gli altri e con se stessi, e di raggiungere la consapevolezza di quella che è di fatto la dura realtà con la quale sono costretti a convivere ogni giorno.
Come già detto, la regia è claustrofobica ed opprimente quasi da costringerci a sentire tutto quello che i personaggi hanno da dire, i dialoghi sono superlativi e ben bilanciati tra ironia e pessimismo, e il cast, per quanto poco noto, è eccellente in ogni suo singolo componente.

Tanta verbosità alla lunga si fa un pò pesantina (non credo ci sia un solo attimo di silenzio che non venga rotto in meno di dieci secondi in tutto il film), ma a parte questo, "Festa per il Compleanno del caro amico Harold" a distanza di più di quarant'anni, rimane ancora un'opera riflessiva, terribilmente emozionante e tutt'altro che datata, nonchè il folgorante esordio di un regista geniale che non smetterà mai di regalarci capolavori e lezioni di cinema e che non scenderà mai a compromessi con nessuno.

Una coltellata, se contestualizzato all'epoca di realizzazione. Da recuperare, per quanto difficile.