caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

I SEGRETI DI TWIN PEAKS regia di David Lynch

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     8½ / 10  25/01/2013 23:01:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Twin Peaks" è un piccolo capolavoro, soprattutto la prima parte e l'ultima puntata.
Quello che mi ha colpito di più dell'episodio pilota è la capacità delle immagini di esprimere fortissime sensazioni, in particolare quella del dolore della perdita. Il ritrovamento di Laura Palmer, la maniera con cui i vari personaggi (bellissima la scena della scuola) sconcertati notano l'assenza dell'amica e apprendono della sua morte, il pianto di Andy (il primo, quello non connotato comicamente), hanno un potere comunicativo che penetra e trasmette lo stesso forte dolore nell'animo dello spettatore.
Su questa atmosfera inizialmente intensa e dolorosa, s'innesta poi il gioco di svelamento (decisamente contrastante con le prime scene) della vera natura di Laura Palmer e dei suoi amici. Il quadro si complica di sfumature inaspettate, si accende di tensioni. Appaiono e scompaiono oggetti, intervengono aspetti e particolari insoliti e inquietanti. Il quadro che inizialmente sembrava quello di un normale, sano e saldo microcosmo di piccola provincia americana, s'increspa e s'intorbidisce. Vengono a galla vizi nascosti, corruttele, giochi perversi, violenze. Si aggiunge poi un'atmosfera fredda e invernale, una paletta di colori virante ai toni cupi, montaggi alternati con segni luminosi, fronde al vento, gufi; su tutto un senso generale di claustrofobia (tutta la serie è rinserrata in pochissime location, mancano visioni d'insieme, la città di Twin Peaks è praticamente inesistente). C'è sempre qualcosa di strano e ridondante in tutte le scene, persino negli intermezzi comici e leggeri (come quelle strane sfilze di pasticcini sui tavoli del commissariato). Una normalità smontata e ricostruita in maniera sottilmente ma intensamente inquietante.
Infine entra in scena, con le suggestive vesti del sogno della stanza rossa, l'onirico, il negativo, l'orribile. Si precisa così il quadro di tante opere di Lynch: dei protagonisti "normali", raziocinanti, legati a abitudini, usi e costumi medi e convenzionali, che entrano in contatto con qualcosa di opposto, destabilizzante, ne subiscono il fascino e rischiano di esserne travolti. E' una brama di sapere, di conoscere, di scoprire che non porta nessun frutto, anzi distrugge e destabilizza inesorabilmente un equilibrio che si rivela precario e instabile (vedi James e Donna e infine lo stesso Cooper).
Questo fino allo sparo a Cooper. Poi con la seconda parte la serie perde la sottile e intensa inquietudine del lento disvelamento di ciò che sta dietro le apparenze e si attesta sul convenzionale e (molto diffuso all'epoca) gusto per il demoniaco, il misterioso e il suggestivo (un misto di cultura new age e death). Adesso invece di gettare ombre e dubbi sul normale e il convenzionale, quasi lo si assolve. Non erano le persone che commettevano delitti o nefandezze, era questa entità malvagia, dall'esistenza separata, che le possedeva; le persone erano fondamentalmente innocenti e alla fine ottengono pure la salvezza (vedi la pia scena del trapasso di Leland). Anche quello di Laura Palmer in fondo è stato solo "un sacrificio" (?).
Lo scivolare nel trito e convenzionale stile da serie tv "mainstream" s'interrompe improvvisamente con l'ultimo episodio, in cui si assiste alla "punizione" di Cooper. Conclusa l'indagine sulla morte di Laura, cosa lo spinge a restare a Twin Peaks, cos'altro deve indagare, su quale infrazione alla legge? Il suo morboso volere a tutti costi sapere, scoprire cosa sta nei recessi più profondi dell'animo umano, il suo voler oltrepassare i limiti e ad avventurarsi in un territorio dove la sua razionalità non serve a nulla, lo porta a tirare fuori, a portare a galla la parte rimossa che tutti noi abbiamo (sensi di colpa, vizi, istinti repressi e violenti - il suo doppio nella stanza rossa). Il suo "sacrificio" (salvare Annie) è solo apparente, perché Annie non è certo più sicura in questa maniera.
Twin Peaks è un altro tassello nella notevole impresa artistica di Lynch di rappresentare la crisi, lo smarrimento, l'inquietudine crescente nell'ultimo scorcio del XX secolo.