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I SEGRETI DI TWIN PEAKS regia di David Lynch

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dobel     9½ / 10  15/03/2010 09:25:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le serie Tv sono un fenomeno relativamente recente di sostituzione del romanzo a puntate (come si usava nell'ottocento) da parte della televisione. Non c'è niente di male in questo: i tempi cambiano, cambiano i ritmi di vita, le abitudini e i costumi. Spesso (non essendo più l'uomo la misura del progresso, bensì il progresso tecnologico la misura di se stesso) non riusciamo nemmeno a tenere il passo con il cambiamento, e da qui la frenesia che ci porta, facendoci scoppiare e abbandonare la corsa, alla depressione: il grande male del secolo.
Cosa c'entra tutto questo con 'Twin Peaks'? Assolutamente niente! 'Twin Peaks' è una delle serie Tv più celebri e, sinceramente, più riuscite. Niente a che vedere con C.S.I. - N.C.I.S. - Desperate Houswife - Grey's Anatomy - Law and Order - Lost - ecc... Qui siamo effettivamente su un altro pianeta. Siamo di fronte ad un'opera d'autore: e l'autore è nientemeno che David Lynch. La sua poetica originalissima impronta ogni istante della pellicola trasformandola in un'opera d'arte visionaria e demoniaca. Vidi 'Twin Peaks' alla sua uscita negli anni novanta e l'ho voluta rivedere adesso dopo vent'anni. Vent'anni sono tanti nella storia della Tv, siamo così smaliziati da non impressionarci più di nulla. I telefilm polizieschi hanno subito un'accelerata negli ultimi sei o sette anni da spazzare via tutto il resto in termini di aggiornamento delle tecniche scientifiche. Avevo paura che il vecchio 'Twin Peaks' risultasse obsoleto e superato... invece...
Invece credo proprio che si debba ancora realizzare una serie Tv così intrigante, così inquietante, divertente, grottesca, avvincente. Le atmosfere sono assolutamente uniche; una fotografia caldissima che sparge su tutto il paese il colore rossiccio del legno, nei boschi e sulle montagne si avverte la leggerezza di quell'aria rarefatta che incontriamo dopo gli 800 metri di altezza; le notti di questo paesino (con i semafori appesi ai cavi ondeggianti della luce) sono quanto di più misterioso. I personaggi sono formidabili: dall'agente F.B.I. Cooper (un tipo imprevedibile dagli strani sogni e i simpaticissimi gusti gastronomici); alle amiche e amici della vittima (Laura Palmer), uno più originale dell'altro; agli abitanti del posto (una carrellata di caratteri ora assurdi, ora tragici, ora grotteschi, ora diabolici); al senso di solitudine e isolamento che si avverte, rotto soltanto dalla sensazione di essere costantemente spiati da due occhi stanici. La struttura è semplicissima (Aghata Christie ne riderebbe, avendola lei adottata per quasi tutta la propria produzione letteraria): portare a sospettare ora dell'uno e ora dell'altro dando a ciascun personaggio un motivo per essere l'assassino.
Ma sono le atmosfere mai più ritrovate altrove (aiutate dalla grande musica di Angelo Badalamenti) che fanno di questa serie una delle grandi opere televisive della storia. Sicuramente la più visionaria e inquietantemente sottile che abbia mai visto.
Lo stesso si dica dell'episodio pilota che altro non è se non il prologo a tutta la serie, l'antefatto senza il quale non capiremmo nulla.