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LE VITE DEGLI ALTRI regia di Florian Henckel von Donnersmarck

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viagem     8 / 10  05/08/2007 12:00:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sembra di ritornare ai tempi dell'Ispettore Derrick guardando questo film: ambientazione a Berlino Est fine anni '80 con i classici interni delle abitazioni al tempo dei regimi comunisti (Il Decalogo di Kievsloski presentava spesso interni analoghi), fotografia un po' "artigianale" e scolorita, e pochissimi movimenti di attori e macchina da presa. Il film descrive in maniera efficacissima la sensazione di angoscia e soffocamento dovuta all'attività della Stasi che aveva letteralmente occhi e orecchie ovunque.
L'opera, potremmo dire tedesca sino al midollo, procede passo dopo passo senza colpi di scena, effetti speciali o emozioni particolari a ricostruire quel clima e contemporaneamente a sviluppare le due figure protagoniste:il funzionario e l'artista.
Il primo risulta sicuramente più interessante:grigio, inespressivo nel volto e nel vestire quasi per potersi infiltrare più facilmente nelle vite degli altri non dando nell'occhio, ma soprattutto ortodosso e rigoroso verso la causa comunista più di buona parte dei membri del partito, riconoscerà gli abusi di potere di quest'ultimi, che non rendono il regime comunista diverso da qualunque altro regime. Il finale da un lato tradisce, cedendo sulle emozioni, dall'altro riesce con un bell'escamotage a esprimere riconoscenza all'agire del funzionario.
Nota a margine del film: ho pensato a come mi sentirei se un giorno scoprissi di avere un fascicolo a me dedicato, con tanto di telefonate registrate, elenco di persone frequentate, dialoghi trascritti e così via. E che potessi conoscere anche l'identità di chi mi ha spiato...devastante. Chissà quanto ci siamo lontani. O vicini.