dhagos 7 / 10 27/04/2007 13:22:17 » Rispondi Una denuncia della brutalità di qualsiasi regime totalitario che, oltre a distruggere la vita degli esseri umani , soffoca le loro capacità espressive , riducendo l'arte a semplice appendice del regime. Entrambi i protagonisti, nelle scene iniziali ,sembrano sinceramente persuasi della bontà della dittatura comunista, giustificata dalla lotta contro il modello capitalista, e nello svilluparsi degli eventi scoprono il lato più oscuro del regime , diventano consapevoli del suo fallimento , e perdono letteralmente la fede nella sua necessità . Il tutto accompagnato da un'analisi sulla cattiveria degli uomini, il lbrutale sadismo che si cela dietro le altisonanti ideologie di mera facciata . Il film si conclude con la redenzione , molto politically correct, dei due attori maschili e con il suicidio della traditrice , quella disposta a vendersi pur di non rinunciare al suo ruolo artistico. C'è una freddezza e una misura tutta teutonica in tutto il film ed è sempre interessante osservare la distanza fra la cinematografia nordica e quella latina anche nella messa in scena degli eventi più drammatici . Ma questo è il bello del cinema che , nella sua concisione,vale spesso più di un trattato di sociologia nel descrivere altri mondi.