caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LE VITE DEGLI ALTRI regia di Florian Henckel von Donnersmarck

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento logical     5 / 10  08/04/2007 00:26:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ogni società civile contemporanea, occidentale e orientale, ha una struttura preposta allo spionaggio, alla raccolta di informazioni volte alla prevenzione di atti che potrebbero sovvertire le basi e le forme della società stessa. Sta alla societè stessa capire da che parte provenga il nemico e quali e quanti mezzzi utilizzare in questa attivià, né più e né meno di quanto accade per l'esercito.
L'anomalia o l'ipertrofia di questa consuetissima e praticatissima attività può - forse - essere rappresentata dalla STASI che nella DDR sembra avere raggiunto livelli grotteschi, forse anche perché ancora si sa poco o nulla dell'archivio di Echelon o dei risultati prodotti dal Patriotic Act.
Ma queste sono cose vere e ancora molto diffficili da raccontare; meglio ridurre tutto a soap opera con casting alla Otto Dix, dove il borghese o il politico corrottto e cinico è sempre grasso e bavoso mentre la vittima del sopruso intollerabile è sempre bello e charmant come uscito da una rivista.
Nessuna traccia di cura nella ricostruzione della DDR che è ridotta a cartoonia del socialismo reale con gli Aristogatti idealisti che tramano e tremano per lasciare il paese. La pietosa 'storia d'amore' che dovrebbe consolare chi aspetta che succeda qualcosa si spegne nella più trita prevedibilità e quasi tutto quello che accade ha il realismo di una recita per le scuole medie.
Questo film può avere il merito di provare a parlare di un tema sgradevole e scomodo per la Germania o l'Europa riunita, ma non va oltre un pietoso e patetico accenno senza alcuna volontà di scalfire il problema.
Pura propaganda da Uomini Buoni, perr carità.
liberipensieri  14/04/2007 16:25:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono i sentimenti “stomachevolmente” buoni che fanno andare avanti l’umanità, nonostante tutto il cinismo e il sadismo e il menefreghismo e la paura. Nella Germania della DDR come negli altri luoghi e millenni della Storia.

Il film non prende posizione politica, non era questa l’intenzione; muove invece le corde dell’anima, quelle che si muovono ogni volta che le persone provano sentimenti scomodi così forti da produrre azioni coraggiosamente controcorrente e a volte controproducenti. Lode a queste persone che hanno “stomachevolmente” fatto progredire l’umanità (e ce ne sono state parecchie), nonostante il cinismo e la convenienza imperanti.

Inoltre… se le soap opera fossero anche solo lontanamente simili a questo film, la consapevolezza sociale di gran parte dell’umanità sarebbe ben superiore a quella reale. Ovviamente così non è.

Il politico corrotto è da cliché sgradevole e bavoso, sì; ma persino nella migliore letteratura vengono utilizzati strereotipi: nel capolavoro di Mann "I Buddenbrock", per esempio, ricordo la descrizione degli eventi atmosferici che hanno accompagnato la morte del rappresentate familiare che poneva la fine di un'epoca borghese. Da cliché qualcuno direbbe. Peccato che è una delle pagine più importanti della letteratura dell'umanità. L'opera artistica segue leggi differenti da un documentario.
Quindi non mi scandalizzerei per una scelta che non scredita affatto il regista. Spero farà seguire a questa opera prima altri suggestivi e sensibili racconti sulla vita.
andreapau  10/04/2007 09:49:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sembra che tu abbia letto il film in una chiave anticomunista.il meccanismo compensativo che inserisci ne è la prova.
Invia una mail all'autore del commento logical  10/04/2007 12:15:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
nessuna chiave, purtroppo. Il film è talmente appiattito sugli stereotipi che sembra di sfogliare un album di figurine. Il tema era interessante e poteva essere l'occasione, come dici anche tu, per confrontare prima e dopo, lo stato poliziesco e repressivo della DDR e quello poliziesco e assertivo di oggi.
La meccanica del mantemimento del potere è sempre la stessa, qualunque sia la scelta politica: sorvegliare e punire, scriveva Foucault...
andreapau  10/04/2007 12:32:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
certi stereotipi sono storia