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IL PARADISO ALL'IMPROVVISO regia di Leonardo Pieraccioni

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5 / 10  20/04/2005 15:30:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pier(bon)accioni e l'ultima spiaggia della commedia italiana: lo dico con simpatia e rassegnazione. Anche il cinema-kleenex del resto va capito e rispettato. Ma tant'è locuzione = sintesi = il paradiso all'improvviso. Altro che lo scapolo di Sordi il gaglioffo esibizionismo di Gassman nel "sorpasso" o (soprattutto) "la maledizione di essere toscani" (cit. critica all'indomani dell'uscita del celebre Amici miei). Tutto si riduce a un linguaggio televisivo abbastanza piatto da cui esce il solito s****tello a cui Boccaccio non regalò neanche un po' di licenza libertina... Un jour de vivre nel senso di un'imbarazzante pudicismo ("questo è un film per tutti" avverte ineffabile Leo con un rigore che neanche Rai Uno davanti alla beatificazione di Padre Pio) Ma quando fa libero uso dei clichè italioti la "volgarità" di pieraccioni c'è tutta: italiani cazzuti che da bravi galletti nostrani marchiano la vita al servizio della ehm pollastrella di turno cercando quel che si dice un baricentro ideale (tutto lì va a finire, ficaiolamente), recidivismo da caserma che ostenta una rassicurante misoginia di fondo, corpi mozzafiato di modelle dal cervello vuoto (di recitazione meglio tacere) Quando va davvero male, ostenta un'apologo vagamente "socialista" - nel senso di Craxi o pillitteri - che vive l'incantesimo del sapore/torpore dell'amplesso a pagamento (ah la borghesia fallocrate e *******sca) Come altro rendere servizio all'involuzione femminile se non assolvendo i ruffiani e i mercenari di turno? Lei ti da quello che paghi... In questa meschino retrivismo, questo compiacimento festaiolo del "dovere di ogni uomo di divertirsi e farsela dare" (sic) Pieraccioni non celebra il suo peggior film, ma il più spudorato nel dichiarare che il piacere, ad ogni prezzo, va sostenuto. Il che mi stupisce di non leggere una decisa presa di posizione femminista contro questa mercificazione del corpo Ammiccando in siparietti autoindulgenti quasi alla Alfie, profanando anche l'humour che talvolta emerge anche nelle insopportabili cadute di gusto (la maga canterina) Poi ci (ri)porta in chiesa, dopo tanti mari agitati una scelta di vita va fatta, e a quel punto Leonardo Re Cecconi ha fatto il suo bel compitino Il suo cinema rispecchia la vaga inquietudine fin dai titoli: paradisi artificiali (le canne), effimeri depliant da club mediteranee, esotiche profferte culturali di un'altro mondo che forse non sa di temere. Plausibile soltanto nel tributo sincero per quanto involontario a Mimmo Modugno. E' questa la vita: gioventu' amore e fica. Con la solita bellona imbalsamata. Reticenza e consapevolezza irritante che sia dopotutto il meno peggio (innoquo) dei comici italiani peggiori. Non è consolante