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LE INVASIONI BARBARICHE regia di Denys Arcand

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G.di Montmirail     2 / 10  18/01/2004 22:44:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si potrebbe concedere qualcosa in più sulla strada per la mediocrità ,ma il 2 ci sta tutto considerando
il contenuto semantico e soprattutto la necessità di riportare alla
realtà i fautori delle 10 stelle, col che si arriverebbe comunque ad
una media del 6 che è già troppo per un film del genere.

Trascinato un po'a forza alla proiezione ero comunque incuriosito
dalle interviste televisive dal tono commosso quasi epocale rilasciate
dagli spettatori, del genere "E' un film che tutti dovrebbero vedere".
Ero preparato perciò a sorbirmi la solita commedia in agrodolce,
(dimenticando ingenuamente il leit-motiv de "Il declino dell'impero
americano").Invece niente allusioni velate,la prospettiva sul senso
della vita è frontale, pertanto richiede lo sforzo di confronto in
tutta la sua pesantezza.
Ed' è una pesantezza senza speranza dalla quale non si salva nessuno,
o almeno nessuno di coloro sui quali la società pretenderebbe di mantenere
ancora un minimo di aspettativa,dal prete al poliziotto,dal medico al sindacalista.
Nemmeno per il vecchio padre gaudente attorno al quale ruota la sceneggiatura,
simpatica e chiassosa figura di socialista convinto ,al di là del momento
ricreativo dell'incontro con ex amanti ed ex studenti reclutati dal figlio
rigorosamente a suon di bigliettoni,può esserci qualcosa capace di lenire
l'angoscia per il mistero della morte.
Paradossalmente quelli che ne escono bene ,i veri eroi sono altri,quelli
ai quali non sono richieste particolari doti morali,
il figlio ricco broker e la tossicodipendente,così diversi esteriormente
eppure troppo simili per non concedersi almeno un bacio fugace.
Sarà lei,autentica vestale del paradiso in terra, a compiere nelle intenzioni del regista il vero
gesto di solidarietà verso il vecchio,l'unico ormai possibile.
Il tutto condito con citazioni che ripercorrono in chiave attualistica
un po' tutti i periodi storici ,ivi comprese le immancabili torri gemelle.
Quando si arriva al patetico tentativo di rinverdire il mito di
Pio XII antisemita la tentazione di alzarsi è grande.
Ma siamo ormai al crescendo rossiniano ed Arcand dopo un rapido
excursus sul fallimento delle varie ideologie,ci delizia con una dotta
disquisizione sulle "pompe".Sì, avete capito bene..pompa magna..pompe funebri,
ecc. al che potreste pensare di essere stati teletrasportati improvvisamente
di fronte all'ultima fatica dei bistrattati Boldi e De Sica ,ma si sa che
con un premio d'oltralpe certi argomenti offrono tutta un'altra resa.
Segue ancora un passaggio in bianco e nero sulla sottana di Ines Corsini
(l'interprete del film su S.Maria Goretti) che vorrebbe forse ribadire
per chi non l'avesse ancora capito l'intento provocatorio (sic) in
salsa anticlericale che dà anche il preludio al film,prima dell'unica
vera autentica liberazione:i titoli di coda.
Meglio rischiare la derisione che uniformarsi al conformismo
celebrativo verso un polpettone nichilista di queste dimensioni.

comparo  19/01/2004 00:29:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Caro"Montmirail,spero di non risultare offensivo se ho intenzione di devastarti di critiche:putno primo,la volgarità presente in questo film è limitata a pochissime scene ove i personaggi danno prova di grande apertura mentale(sono daccordo che la volgarità come scelta di vita è riprovevole,ma escluderla è come temere l'oscurità,e dal momento che è un fattore caratterizzante la vita umana tanto vale affrontarla e con ironia per spezzare una dimensione troppo formale e disincantata.Oltre tutto nei film di Parenti la volgarità regna incontrastata ed infatti una persona con un minimo di cultura e raziocigno dinnanzi a tali boiate non potrà che provare disprezzo e vergogna per gli stessi autori interpreti.Secondo,il nichilismo presente nel film caratterizza alcuni personaggi(quasi tutti)ed il motivo rispecchia l'esigenza di trovare consenso nella maggior parte della gente di cultura(ormai la religione è dispersa in qualche fanta-libro e sono poche le persone che si lasciano ancora trasportare da una visione così limitata e superficiale della vita:tramite i mezzi di comunicazione l'uomo è sempre più consapevole delle nefandezze che sovrastano ogni dove,della povertà,delle religioni e dei sapori aspri della vita che ci circondano;di conseguenza l'idea di libro sacro e "allegati"vengono a sparire e le ragioni degli dei sono sostituite da quelle dell'uomo...Dio non è il passato dell'uomo,bensì il futuro...l'evoluzione).Terzo,il tema della morte viene affrontato in chiave puramente poetica:un nulla in grado di inibire gli impulsi naturali dell'esistenza caratterizzati nella figura del padre come un forte edonismo spiazzante.La morale che ne deriva è maestosa:non è la materia il fine,bensì l'azione interpretante di essa ossia l'emozione ed in particolare l'amore(incondizionato)e questa "incondizionatezza"è dato nel film dalla coppia di omosessuali che risultano legati profondamente da un vincolo trascendentale che supera persino il sentimento delle altre coppie presenti(basti pensare che il figlio si distrae per la tossica;uno degli amici era sposato con una ragazzina impulsiva e viziata;il padre era il classico esempio di incarnazione della ricerca continua di soddisfazione fisica che alla fine lo lascierà cun un grande vuoto e senso di smarrimento;etc.etc.).In ogni caso gli attori hanno recitato divinamente e i dialoghi sono appropriati ed intelligenti.Dalla tua critca ho letto un profondo senso di cntrasto non tanto per il film come si pone,bensì per gli argomenti affrontati;questo mi fa pensare che tu non abbia chiarito con te stesso certe posizioni.Distinti saluti.
G.di Montmirail  19/01/2004 22:29:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Comparo apprezzo lo sforzo ma temo tu abbia sbagliato indirizzo,senza offesa anche per te,ma sembra di trovarsi nel bel mezzo di un' iniziazione massonica.
Non è certo per pudore bacchettone che ho accennato al discorso
della volgarità,sarebbe davvero ridicolo al giorno d'oggi;semplicemente
visto che il regista sembra abbastanza interessato a decantare i piaceri
dell'arte orale ,almeno ci si risparmi un pochino dei commenti da film impegnato.
Il nichilismo è senza dubbio una tendenza imperante a tutti i livelli
quindi anche culturale ,ma lungi da essere un fatto da persone "di cultura"
è ormai sinonimo di totale massificazione ,in pratica l'unico
piatto servito quotidianamente al popolo bue che ormai comincia ad apprezzarne
totalmente il gusto senza più chiedersi minimamente quale rapporto
abbiano certe affermazioni con la realtà e con la realtà
della natura umana in particolare.
Perchè di poesia il film ne offre davvero poca,quella di Arcand si
potrebbe definire un'operazione culturale (da minculpop per intenderci),se non si temesse di fargli comunque un complimento
visto lo spessore dei dialoghi .
In realtà bastano le prime sequenze a far capire dove si voglia
andare a parare,il risultato non può essere che una noia mortale.

comparo  20/01/2004 00:13:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rispetto le tue critiche,ma sono convinto che esse sono formulate da un sentimento che ti perseguita:la paura.In una proiezione cinematografica io non vado ricercando il mio mondo(filosofico-culturale),bensì quello del regista,il quale ci illustra una creazione di cui lui è Dio.Ora,io non pretendo che in un film siano enucleati i miei concetti filosofici,bensì quelli del regista oppure quelli che sono presenti con maggior vigore in una società data,oppure ancora quelli di una minoranza.Quello che voglio dire è che la pellicola risulta scorrevole ed i temi affrontati sono stati analizzati con un animo interpretante degno di stima.Non ritengo persone senza cultura i credenti,e nemmeno coloro che si rifanno ad un libro di favole(quale la Bibbia,il Corano etc.etc...tra l'altro li ho letti entrambi e li considero un patrimonio culturale immenso,i quali necessitano a mio avviso di una interpretazione accurata ed il messaggio di fondo delle grandi menti artefici trasparirà e griderà una sola parola che dice tutto:amore!),diciamo piuttosto ingenui.Ritengo che l'affidamento sia un atteggiamento altamente negativo:io la mia fede me la sono costruita attraverso ragionamenti matematici e di certo non è un film a demolirmela o comunque a farmi provare un senso di smarrimento oppure ancora di devastazione psicologica.
Con un riassuntino molto sbrigativo sono in grado di provare la possibilità che ciò che esiste non è per forza di cose una necessità intrinseca della natura:la natura è un file matematico perfetto,fondamentalmente perfetto,quindi le sue direzioni possono apparire casuali,ma in realtà sono frutto di un'elaborazione complessa dettata dai dati,i quali tendono al miglioramento:come disse Eraclito tutto è in divenire,ed aggiungo io,si,ma con il fine di evolversi.Quindi io stesso mi ritengo un elemento costitutivo e perno della natura che "ha previsto",diciamo che ha incluso me nella sue elaborazioni.Inoltre non si può parlare di caso nemmeno da un punto di vista esterno,in quanto se i dati della natura sono nati in una situazione di caos,significa che essa non è nata da sè,in caso contrario la natura è partita da uno per poi giungere pian piano verso l'uomo ed il resto che noi ignoriamo.Ad essere sincero nella mia visione oggettiva delle cose credo che i piu superficiali e fragili credeno e si affidano,gli intermedi ,di mezza cultura sono nichilisti o atei,e i più avanti ritornano ad essere i credenti...daltro canto l'uomo è troppo perfetto...saluti
comparo  20/01/2004 00:17:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutto ruota attorno ad una domanda....ma perchè la natura si evolve?La risposta non può nascere nella natura stessa...
maremare  20/01/2004 00:22:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro G,
sperando che tu abbia colto l'ironia nella battuta del mio intervento precedente, occupo questo spazio per rispondere brevemente ai tuoi ultimi tre interventi.
Che il popolo sia, come tu dici, bue l'esempio della nostra beneamata italia sembra confermarlo, così come sembra confermata la tendenza, di questo popolo, ad abituarsi al cibo che la classe dirigente del momento offre, senza più curarsi dei VALORI etici e morali di cui si ciba. Detto questo credo che il ribaltamento alchemico di cui tu parli a proposito dell'intento registico nn sia altro che un ribaltamento 'filosofico'. E' certamente vero che non si possono buttare a mare riflessioni filosofiche dei secoli precedenti (anche se hanno conosciuto periodi molto bui, ne converrai con me) ma credo che questo non sia l'intento di alcuna persona con un minimo di cervello. Credo altresì che sia poco utile difendere strenuamente vecchi valori considerandoli come gli unici giusti e non aprirsi alle nuove idee, seppure con atteggiamento critico. Sai bene che l'irrigidimento verso il nuovo che avanza non ha mai portato grandi risultati, sotto alcun profilo, in nessun campo. Siamo tutti figli del passato, lo dobbiamo riconoscere, ma abbiamo bisogno di superarlo per progredire. Che poi il progresso non avvenga mai linearmente questo è un altro discorso. In altre parole nn credo sia il caso di addentrarsi su questioni meramente filosofiche vista la sede della discussione e anche la mia non specialistica competenza. Nè è mio interesse moralizzare le masse, indicando loro la via da seguire. Molti ci provarono sotto varie bandiere coi risultati che sappiamo. Infine non è mia vocazione gestire il potere il cui odore non amo. Allora mi resta il mio cervello e il desiderio di conoscere a 360 gradi, per cercare di esprimere le mie idee e lottare contro le manipolazioni ideologiche e culturali cui veniamo quotidianamente sottoposti e che comunque subiamo. Coltivo il mio 'giardino' sperando che qualcuno lo apprezzi e si fermi a dialogare con me.
Cordialmente
comparo  22/01/2004 00:48:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Maremare non sarai mi ca Gobbi?
Va beh,non importa,eeeeeeeee
CONCORDO...
;O)
maremare  19/01/2004 02:35:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gentile G.,
sposando completamente gli appunti mossi al tuo commento dal compare 'comparo' vorrei aggiungere alcune considerazioni.
La tua recensione, perchè di vera e propria recensione cinematografica si tratta, denota erudizione e una vera e propria cultura cinematografica come chi campa (in tutti i sensi) di cinema.
Allora mi chiedo: quali film, del circuito tradizionale, ti sono piaciuti nel 2003? Sarei molto curioso di saperlo. Io sono abituato ad adattarmi a quello che passa il convento (laico) cinematografico, e questo l'ho trovato un ottimo film, scritto bene, superiore al supercelebrato e superpremiato Elephant costruito su di un concetto e su di un'invenzione cinematografica.
Non so se la tua opinione su Le invasioni.. sia condizionata da un'ideologia politica, religiosa o sia puramente provocatoria.
Io non trovo presente in questo film solo uno sciocco anticlericalismo ma altresì un tentativo dotto (quasi quanto il tuo) di aprire ad una visione 'laica' della vita.
E' il dibattito culturale degli ultimi anni che tratta argomenti 'forti' quali la procreazione assistita e l'eutanasia, per citarne solo alcuni.
Ti dirò di più, se un difetto ho trovato in questo film è stato un eccesso di intellettualismo nei dialoghi, un parlarsi addosso dei protagonisti, lo stesso difetto che ho trovato, se permetti, nella tua recensione. Bada bene ho trovato questo difetto nei dialoghi, non nella sceneggiatura, nella scrittura cinematografica.
Infine credo che tu corra il rischio, paradossalmente, di uniformarti al conformismo anti-celebrativo nei confronti del film, scrivendo un polpettone nichilista di quelle dimensioni! :-)
E poi scivolare così sulla querelle legata ai voti dati dando un 2 solo per abbassare la media...
Cordialmente
comparo  19/01/2004 11:58:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio maremare,
Hai colto senza dubbio la questione:è evidente che G.sia stato "violentato" dalle parole e dagli atteggiamenti dei personaggi per una serie di motivi inerenti la religione,la politica e la volgarità.
Insomma tiro ad indovinare(ihihi) G. è un prete Berluscao Meravigliao ;o)
Sto scherzando naturalmente!Ma ho notato che in questa sede una battuta ha effetti catastrofici...;o))
Ciao!
maremare  19/01/2004 22:18:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao 'comparo',
chissà se il Signor G. ci degnerà di una risposta!
Sarei molto curioso circa le sue nuove argomentazioni.

G.di Montmirail  19/01/2004 22:21:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Egregi Signori al di là delle convinzioni religiose ,politiche ecc. e delle
battute che ben vengano sempre ,
se la cultura laica si compiace seriamente di un film del genere allora temo davvero che bisogna offrirgli al più presto un salvagente e sostenere la chiesa come ultimo baluardo per chi ha ancora a cuore la ragione.
(Ma l'avete mai visto un ospedale canadese solo per dirne una?)
comparo  20/01/2004 00:21:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono solito a fare certe affermazioni maaaaaaaaaaaa
e chissenefrega dell'ospedale canadese!eheheeheh
;o)
maremare  19/01/2004 23:19:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Egregio Signor G.,
ospedali canadesi non ne ho visti ma ospedali italiani sì.
Ha mai fatto un giretto in un qualche ospedale di Napoli?
Oppure abita nel Profondo Nord e il Po non lo valicherà giammai?

Suo Devoto
mario vetrone  19/01/2004 11:57:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro G. di Montmirail,
non sono d'accordo con la tua recensione perché sembra venire da una posizione inutilmente moralistica. Prima cosa, tu chiami nichilismo ciò che è una innegabile leggerezza; essa serve all'autore per tenere insieme un tutto che altrimenti poteva risultare forzato, funereo e anche un po' pedantesco.
Io invece ho trovato che nel film ci sia, a parte questa leggerezza, un non so che di "leopardiano": in particolare mi è venuto alla mente il pensiero di un noto studioso cattolico circa l'opera del poeta di Recanati, del quale disse, più o meno, che in nessunn autore vi più rumorosa assenza di Dio.
Il laico Remy - che ripete di non aver trovato un senso alla vita- avrebbe certamente dato a quelle statue abbandonate di santi un valore, mentre la"barbara" nuora -che non a caso commercia in arte- si dice desolata di non poterle "piazzare sul mercato", proprio lei che come il compagno dà un prezzo ad ogni cosa. Anche ad una morte meno dolorosa.
Va apprezzata secondo me - oltre alla cura registica- questa angolazione che l'a. adotta per giudicare un cambiamento epocale che dovrebbe starci molto a cuore.
G.di Montmirail  19/01/2004 22:36:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ho inteso porre l'enfasi sul fatto moralistico in sè quanto sul
ribaltamento alchemico proposto dall'autore.
Gli artefici della rivoluzione epocale devono ancora spiegarci
cosa mettere al posto di venti secoli di pensiero dell'umanità
a parte il buonismo totalitario che fa strage di cervelli.
Umberto  03/02/2004 04:49:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Salve, mi introduco così in ritardo che probabilmente non sarò più letto. Ma come i bigliettini che gli ebrei lasciano nei cimiteri, per non essere letti dai vivi (almeno non come prassi), così mi va di lasciare queste mie idee, depositate in questo fondo di forum.
Bene, dopo questa mezza cortina fumogena, mezza "captazio benevolentiae" passo al film.
Perchè mi piace un film? Sembrerà strano ma mi piace perchè ho mangiato bene, ho la ragazza giusta da andare a prendere, al telegiornale hanno dato una buona notizia, il cinema è comodo e poi il film è bello.
Ma perchè il film è bello? Perchè mi ricorda quell'altro film che mi è piaciuto un sacco, quello che quando l'ho rivisto m'ha deluso, ma questo mi piace perchè ha toni soffusi, le luci morbide, perchè è un film politico, perchè ho letto il libro e il film lo riprende nei punti salienti, oppure perchè è un film senza storia e senza pretese come uno degli adorabili "idioti" film di '007, oppure mi piace perchè mi riconosco nel Zorro o nell'anti-Zorro, perchè non mi riconosco in quella gente lì e mi piace vedere cosa succede, perchè i cattivi perdono e io sono contento e superficiale, o perchè i cattivi vincono e allora io sono triste ma intellettualmente soddisfatto, perchè è un film che mi distrae totalmente, perchè è un thriller un giallo che mi stupisce, o perchè è una commedia che mi fa ridere per le gag inaspettate e anche se non eccezionali almeno non da mestierante, ecc. e anche per la fotografia, la scenografia, la bravura degli attori.
Ma il film è la storia, cioè: è anche la storia che racconta. Con le metafore usate, gli eccessi che la appesantiscono, le leggerezze che sappiamo finte ma che ci piace credere siano possibili, le ipocrite lezioni di serenità recitate, ma mai vissute così. Storia su sfondo di vita, su scenografia, su musica, su povertà o ricchezza di ripresa, ma che confluisce nella sensazione che mia da. Una attenzione "olistica" al risultato. Ecco io il film lo vedo come un "fabbro" (non si adombrino i fabbri per questo mio citarli come esempi di persone "semplici e dirette") vedrebbe un computer: più per quello che mi da realmente, magari mi serve per non far volar via le carte, che per il miracolo tecnologico che è (come la ruota a modo suo, come la matita nel suo piccolo, ecc).
Un esempio provocatorio: io faccio da mangiare a casa mia e a volte invento. In certi casi uso buoni ingredienti, in altri uso avanzi e buoni ingredienti, altre solo avanzi, ecc. Ebbene non sempre mi piacciono le cose buone fatte bene... paradossalmente è la situazione che mi fa più o meno memore della mangiata. Per dirla con un proverbio popolare: il miglir cuoco è la fame. Ma per elevare un po' il tono e rendere giustizia al concetto che voglio esprimere, riprendo Totò: è la somma che fa il totale. E i difetti a volte costituiscono pregi.
Allora non mi va di vedere se ogni singolo pezzo può essere buono (la sceneggiatura, la fotografia, la recitazione, l'ambientazione, la trama ecc.) e mi va di vedere l'effetto globale.
Ora in questo film ci sono delle cose incongruenti che trainano la visione: la gelosia cronica della moglie tradita ma ancora innamorata e le amanti "vecchie" ma ancora sboccate, il socialismo di chi ha tenuto sempre "il sedere al caldo" e ha parlato senza vivere quelle cose, il tumore che assomiglia ad un tristemente sereno happening tra amici solerti e buoni, che si vogliono bene e si stimano tanto, il figlio buono ma barbaro (ma straricco), che alla fine forse scopre in sè un po' di sangue del papà sentimentale, il padre che sente di non aver fatto nulla nella vita e però muore di overdose "eutanasizzato" dall'ex drogata che ha redento con la sua vitalità, e la figlia che lo ringrazia stile "Grande Fratello", anche lei bellina, giovane e tanto positiva e tanto in barca a vela. A voler analizzare il film, tra le quasi ostentate manifestazioni di cultura e lessico dei personaggi "imparati" e intellettualmente quasi radical chic, poco poco redenti, ebbene a voler analizzare il film, con la figura della moglie servente e sottomessa, ma consapevole dell'amore superiore, quasi cataro, beh insomma a voler analizzare il film se ne possono trovare di "difetti" e leziosità.
Oddio ho letto anche chi dice: "film caotico o brutto o superficiale perchè hanno messo troppa carne al fuoco", oppure "troppi argomenti, troppi personaggi e troppo superficiali". Ecco io credo che chi scrive così nella vita abbia costantememte presente l'approccio tipo controllo qualità dei prodotti, delle relazioni, della vita: l'approccio dell'efficienza: per massimizzare il risultato comunicativo è necessario concentrare l'attenzione su pochi argomenti e emettere messaggi chiari. Una visione quasi divulgativa del messaggio cinematografico, pittorico, poetico ecc..
A me il film è piaciuto per la storia, perchè mia madre è morta di tumore e non è morta così bene, perchè i personaggi anche se irreali erano simpatici e perchè il cinema non era pieno e si poteva quasi quasi piangere con tranquillità. Inoltre, fortunatamente, all'uscita non ho trovato nessuno con cui parlare, io, che invece spesso rompo le balle per primo e chiedo e ascolto opinioni.

Propio un bel giudizio cinematografico il mio! Mi sembra "La conferenza sul tabacco" di Tino Buazzelli, di trent'anni fa, dove lui recitava la parte di uno che invitato a parlare in televisione dei danni del tabacco, visto che c'erano dei contrattempi tecnici e le riprese non potevano essere fatte nei tempi previsti, ma solo con qualche ritardo, inizia a intrattenere i cameraman raccontando dei suoi problemi familiari e in fondo, aggiustato il guasto, in 20 secondi 20, torna in sè, riassume un tono professionale e scocciato e dice di non fumare perchè il fumo fa male.
maremare  04/02/2004 01:27:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Umberto,
come vedi quando un cimitero è ben curato io ci torno di tanto in tanto. Come con un film o un libro amato ripenso a quei momenti di vita: gli umori dei protagonisti, le loro frasi, mi tengono compagnia.
Hai ragione tu.
Che cosa rende unica un'esperienza? Tanti fattori, ponderabili e imponderabili, accostamenti originali e arditi, il tuo stato d'animo e la tua storia. Ma quell'opera, fosse anche l'immagine di una signora dignitosa e sofferente che si sistema i capelli, esiste.
E si differenzia da tutti le altre immagini.
Quel gesto può farti bene al cuore, essere artistico.
Amo molto questo tuo intervento, questa rosa depositata in questo luogo.
Profuma.