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SECONDO AMORE regia di Douglas Sirk

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amterme63     8 / 10  13/05/2012 12:44:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Secondo amore" è un altro piccolo gioiello del cinema classico di Sirk. Pur nei suoi limiti di opera semplifice ed esemplare, riesce a esprimere in maniera efficace e forte i conflitti e i sentimenti in cui si dibattono i personaggi.
Protagonisti anche in questo film di Sirk sono due esseri umani che le convenzioni vorrebbero distanti ed estranei fra di loro (un uomo giovane e scapolo, una vedova con prole ma ancora piacente). Il loro destino sembra essere quello di essere condannati alla solitudine e allo sperpero delle loro forze interiori. Invece si ribellano alla ristrette ed ipocrite norme sociali e cercano di combattere insieme per la propria felicità interiore, a dispetto di tutte le sirene del mondo materiale.
Il segreto del cinema di Sirk è quello di essere chiaro ed esemplare senza essere pedante o artificiale. Tutto è finemente misurato, né esagerato né superficiale. Ciò che differenzia Sirk da Hitchcock e da altri maestri del cinema classico è la grande capacità visiva di esprimere ln maniera convincente quel sentimento difficilissimo da comunicare che si chiama amore. Nei film di Hitchcock due persone si conoscono e subito si innamorano (vedi Grant e Berman in Notorius, ecc.) quasi in maniera automatica, come se questo fosse il destino e perché così vuole la storia. Lo spettatore però non riesce a percepire o a capire la scintilla che ha causato il fuoco. Rimane tutto un po' astratto ed estraneo. Sirk invece prepara a dovere l'incontro dei due personaggi che si innamoreranno. Intanto crea un'ambientazione suggestiva (in questo film i colori autunnali), con brevi accenni e dialoghi ad hoc svela l'animo e la situazione interiore di un personaggio, infine con una successione lenta e sapiente di campi medi e primi piani ci suggerisce e ci comunica in maniera molto piena e convincente quello che frulla nell'animo del personaggio e il suo sviluppo.
In questo è assecondato da splendidi attori. I sorrisi improvvisi di Rock Hudson, il suo essere posato e sicuro, i suoi rari momenti di sconforto riescono ad essere molto comunicativi. Il suo personaggio è un po' lasciato in ombra nel film, è in tutto e per tutto funzionale a quello di Carey. E' lei la protagonista e Jane Wyman ce la presenta in tutta la sua sottile insofferenza per il mondo ipocrita e falso della classe media borghese e il suo desiderio di genuinità e spontaneità, che forse un idealizzato mondo popolare può darle (vedi il confronto fra la festa campagnola e i ricevimenti esclusivi al club).
Sirk è tutto sommato un autore eticamente molto impegnato. Il suo più che cinema di intrattenimento, è un cinema di sensibilizzazione: invita a riflettere e considerare, oltre che a commuovere e toccare l'animo.
La sua battaglia è su due fronti: da una parte contro la morale rigida, puritana, ipocrita e materialista, dall'altra contro la preminenza degli istinti egoistici e consumisti. In "Secondo amore" in prima linea c'è la battaglia contro il duro conformismo borghese, che ammazza la genuinità e la profondità sentimentale e falsifica tutti i rapporti sociali. Il punto di riferimento è la vita distaccata, austera, orgogliosamente disobbediente di Thoreau, come descritta in Walden (espressamente citato). La seconda battaglia è più sottile e si esplica nel non mostrare o scavare negli istinti sessuali dei protagonisti, dando loro poca importanza, anzi lodando la loro continenza e il rispetto delle "loro" regole. Il mondo di Sirk non è quindi contrario al fondamento etico su cui reggeva la società americana degli anni '50, semplicemente ne predica uno spirito diverso, più profondo e impegnato. Gli istinti amorosi non devono essere liberati tout-court, semplicemente devono scavalcare le norme sociali e farsi qualcosa di spirituale, di esistenzialmente basilare.
E' questo tuttora il fascino del cinema di Sirk, l'universalità dei sentimenti espressi, un modello certo passato, sconfitto ma che continua ad affascinare e ad essere comprensibile. Questo fa sì che si possano perdonare gli snodi melodrammatici che falsificano la storia e la rendono un po' "costruita". Certo il suo mondo è forse troppo idealizzato, troppo perfetto, troppo irreale per essere vero. Ma che bello sognare che possa esistere!