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IL FIGLIO DI KOCISS regia di Douglas Sirk

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amterme63     7 / 10  07/05/2012 19:39:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con il "Figlio di Kocis" Sirk ha confezionato un western classico di ottima qualità. Oggi lo si guarda soprattutto per la splendida ambientazione (è stato girato in un parco nazionale) e per le belle scene di lotta e battaglia.
Per il resto segue quelli che erano i canoni ideologici a cui si uniformavano tutti i western americani degli anni '50. Veniva dato per scontato che gli Americani avessero tutti i diritti di imposessarsi delle terre e dei pascoli degli indiani, in quanto portavano la "civilizzazione". Il destino degli indiani era perciò quello di adeguarsi a una vita materialmente "dignitosa", spostandosi nelle regioni a loro assegnate e adottando il sistema economico e legale degli Americani. Quest'ultimi li avrebbero "aiutati" e avrebbero lasciato che all'interno delle loro riserve potessero seguire i loro usi e costumi. Se veniva coinvolto un Americano allora la loro legge doveva passare in secondo ordine. Un po' come avviene oggi per i paesi "amichevolmente" aiutati dagli USA (Iraq e Afghanistan).
La linea nettissima e chiara del bene e del male divide perciò in due parti il campo indiano: da una parte Tzara il protagonista (bello, forte, integerrimo, fortunato) collaborazionista, che china il capo di fronte alla superiorità americana e ne riconosce i meriti; dall'altra Geronimo, il fratello di Tzara e Aquila Grigia (brutti, torvi, astiosi, infidi, corrotti) che invece non accettano l'americanizzazione e vogliono fino in fondo lottare per mantenere la vecchia libertà.
Ovviamente il film parteggia per i primi e prepara la sconfitta per i secondi.
A parte questo, la mano di Sirk la si vede soprattutto nel personaggio di Tzara, nella sua battaglia tutta interiore fra i principi incrollabili e le difficoltà materiali e sentimentali che gli si parano davanti. Sirk come al solito parteggia per i principi, i suoi film sono dei piccoli panegirici della fermezza e della perseveranza nel credere in certi valori etici fondamentali. Alla fine dei dolori e dei sacrifici, oltre alla ricompensa di una coscienza pulita in pace con se stessa, c'è anche il premio della felicità sentimentale. Per Sirk l'onestà e l'amore esistono e alla fine riescono quasi sempre a trionfare.