julian 8½ / 10 01/03/2013 17:47:34 » Rispondi Non scomoderei grossi termini come incomunicabilità o disagi esistenziali, chè attribuire ad opere grandi tematiche è sempre un ottimo modo per banalizzare ed omologare. Lost in translation è solo un dimesso campionario di pezzi di vita che tutti abbiamo vissuto, fatto con discrezione e poca verbosità, senza troppo soffermarsi ad analizzare o a comprendere. Notti insonni passate a pensare di aver fallito nella vita, alla ricerca di un passatempo che ci tenga impegnata la mente e poi la leggerezza che coglie il cuore quando ci si rassegna di non poter dormire e si è quasi giustificati a restare svegli, anche perché la vista delle lenzuola e la posizione orizzontale ci terrorizza. Quel senso di estraneità di tutte le grandi città straniere, nelle quali siamo solo presenze impalpabili e di passaggio, dove la notte è già cominciata quando arriviamo e certo non finisce quando decidiamo di andarcene. E quella sensazione rapida ed effimera di esserci innamorati, un'impressione che arriva sempre postuma, quando è troppo tardi, quando ripercorriamo momenti trascorsi e cominciamo a dare loro un valore, ma che è solo, per l'appunto, un'impressione, menzognera perché l'amore, a volte, è solo un malcelato bisogno di rimediare alla solitudine. Il Giappone è l'ambientazione perfetta: una storia lunga quanto la nostra e una cultura che non ha niente da invidiarci, sembrano rase al suolo in una Tokyo tutta grattacieli e insegne luminose, veri totem della città. I suoi abitanti sono i turisti per antonomasia: scappano in città lontane per fotografare antichi monumenti dei quali gli attuali detentori non sono più degni e lasciano a casa un mondo perfetto e funzionante, nel quale solo loro si integrano alla perfezione; depositari di una formula vincente che ci è incomprensibile, tant'è che se proviamo a tradurla si perde gran parte del senso (Lost in translation, appunto), perchè conciliare due mondi opposti è pura astrazione. Eppure i giapponesi, di tanto in tanto, scappano. Forse anche loro sentono il bisogno di città in cui in qualche modo – facendo un bagno di notte in una fontana, per esempio – si può diventare protagonisti.
INAMOTO89 18/04/2013 20:42:27 » Rispondi commenti come questo mi ridanno fiducia nell umanita' !! chi ha messo 3 dovrebbe andare a zappare la terra, con tutto il rispetto x chi lo fa di mestiere
julian 18/04/2013 21:49:55 » Rispondi Grazie Ina, è un piacere.