Njósnavélin 7½ / 10 07/07/2009 19:37:47 » Rispondi Catapultati in una città alienante come Tokio, una ragazza appena sposata, ma incerta sul suo futuro, e un affermato attore in piena crisi di mezza età, affrontano insieme le stranezze di una cultura così lontana e spesso incomprensibile. Incontri casuali favoriti dalla comune insonnia, diventano appuntamenti organizzati per sopravvivere alla solitudine, e per fuggire dalle tristi riflessioni sulle loro vite. Tra i due nasce immediata una complicità, che li rende l’uno indispensabile all’altro. La scelta di proporre un amore puro, platonico ci risparmia i soliti cliché della commedia romantica, e ci trasporta in una dimensione paradossalmente più intima e sincera. La bellezza del film è nell’atmosfera che si respira, non tanto quella evocata dalla frenesia e dalle luci nipponiche, quanto quella creata dagli sguardi dei due protagonisti, eccellenti nel dare vita a personaggi che non parlano molto, ma che comunque sentiamo molto vicini. La festa con gli amici giapponesi,
Indimenticabile Bill Muray che fa il karaoke sulle note di Elvis Costello
, la nottata trascorsa a chiacchierare in camera, il pranzo al ristorante, sono frammenti di vita tanto intensi da rendere più che credibile il saluto commosso tra i due: ad un primo addio, fugace e formale tra le mura dell’albergo, segue un addio, che il caso ha concesso loro, sincero ed emozionato, un abbraccio che rivela la profondità e l’importanza di quanto creato in una settimana trascorsa insieme. Le ultime parole che i due si scambiano, incomprensibili, lasciano il finale aperto, e mi piace pensare che entrambi, tornati alle loro vite, manterranno immutato il ricordo di una condivisione così profonda e sincera, senza nostalgia, senza il bisogno di rincontrarsi, ma nella consapevolezza che quell’incontro fortuito è servito a ridare un senso alle loro esistenze.
pikke71 28/07/2013 02:03:54 » Rispondi Perfettamente d'accordo su tutto...ma la canzone al karaoke non è more than this dei Roxy/Brian Ferry??