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L'AMORE TRADOTTO regia di Sofia Coppola

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Titto     8 / 10  29/08/2006 02:36:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il giardino delle vergini suicide dimostrava una regia buona, impegnata ma acerba, questo Lost in translation invece vuole essere acerbo.
Credo che la Coppola abbia, volutamente o no, rifiutato di seguire le orme eccessive e pesanti del padre realizzando un film semplice sia come realizzazione sia come approccio.
La regia è infatti estremamente semplice: addirittura molte volte la pellicola si "riduce" a un filmino delle vacanze, con inquadrature amatoriali e poco montaggio.
Il tutto per portare lo spettatore in quello stato "sulfureo" già conosciuto nella musica ma mai visto nel cinema. Per questo il film della Coppola è sicuramente un capostipite.
Non so quanti altri registi verranno ispirati da questo stile, ad ogni modo la Coppola dimostra di avere uno stile nuuovo, ben definito e interessante.
Da molti anni ascolto musica "eterea o sulfurea" detta anche (in parte) chill-out, i cui magigori esponenti e quasi creatori sono gli AIR, un gruppo francese ai limiti del genio
il loro primo album - moon safari- è un vero e proprio capolavoro e anticipa in modo sublime quelle emozioni che la Coppola vuole dare, riuscendoci per altro benissimo.
Quello che mi fa storcere il naso è proprio questo particolare rapporto che c'è fra la regista e il gruppo musicale: gli air avevano già composto la colonna sonora del
Giardino delle vergini suicide, musiche bellissime ma con ogni evidenza a servizio della "mente" della Coppola che probabilmente ha forzato per ottenere quello che voleva,
e infatti il film appare un po impastato.
In questo caso invece pare che la Coppola sia al servizio della musica del duo francese: tutto ciò che gli Air, a partire dal loro nome, volgiono dare, cioè
il "volare" letteralmente con la musica arrivando a uno stato di beatitudine superiore, è evidentissimo in tutto il film. Il sapore che si respira al termine
della pellicola è un misto fra commozione e appunto beatitudine celestiale (ovviamente nei limiti) che però pare non appartenere pienamente alla regista.
Mi sembra più l'interpretazione di una regista-fan innamorata dell'universo degli Air.
E difatti anche questa volta il film apparirebbe acerbo se non fosse per quelle inquadrature e quel montaggio semplici semplici che dimostrano un coscienza, in questo senso
della regista.

A parte questa serie di ca.zzate il film si segue benissimo. la storia è soddisfacente e coinvolgente e qualche lacrimuccia alla fine puo uscire anche se
quel sapore di disillusione presente in tutto il film, attutisce il colpo.
Ho trovato comunque insopportabile quell atteggiamento superficiale e bambinesco nei confronti della cultura giapponese: va bene far notare all'inizio le bizzarre
abitudini di quel popolo, va bene immedesimarsi nel protagonista che inizialmente non puo non essere spaesato, ma continuare a insistere con quei siparietti per tutto il film col solo scopo
di dare più ritmo alla visione mi pare semplicemente patetico.
Ad ogni modo tutto quello che viene descritto è vero: è vero che un giapponese non puo fare a meno di darti il suo bigliettino da visita e che a fine serata te ne ritrovi una decina
(in geroglifico) nelle tasche, è vero che la fissa dei giapponesi di farei karaoke non ha limiti (ed è anche bizzarro: ci sono tante stanzine dove entrano poche persone e a turno ognuno si mette a cantare
come fosse quasi una prova - l'ho vissuto personalmente a Kyoto).
Curiosamente la coppola si è scordata che quando un passeggero chiama un taxi, la porta posteriore si apre e si chiude da sola (se andate in giappone evitate di provare voi a chiuderla, non
fareste altro che emozionare a piu non posso il tassista).
Ultima chicca: i giardini zen non sono cosi come sono descritti nel film (uno di questi è a Kyoto - bellissimo), o meglio, non c'è tutto quel silenzio perchè
tutti gli angoli sono infestati da altoparlanti che spiegano a rotazione chissà cosa rompendo discretamente le balle

Vabbè... comunque un film carino che mostra i progressi, confusi e complessi - ricordiamoci sempre chi è il padre di Sofia e quanto l'ha influenzata - della buona
Coppola che finalmente ha deciso di gettare la spugna smettendo di immolare il padre e trovando uno stile tutto suo per di più ottimo