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LA CENA DELLE BEFFE regia di Alessandro Blasetti

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     7 / 10  25/11/2011 06:53:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
É un'epoca di mezzo, dove il neorealismo non esiste ancora e i canoni degli anni 20 si sono ormai dissolti. É un film che rimane nel baratro fascista ma che riprende lo stile d'annunziano* e fa sentire diversi accenti teatrali (possibile scelta stilistica voluta per enfatizzare l'ambiente del primo periodo rinacimentale?).
Le interpretazioni fin troppo sheackspiriane anche se ogni attore protagonista verrà ricordato per qualcosa, un qualcosa estremamente caratterizzante. La Calamai per il suo seno che fece un scalpore enorme tra Chiesa e critici cinematografici oltre che tra il pubblico, Nazzari con la sua indimenticabile battuta "chi non beve con me, peste lo colga!", Valenti e Ferida maledettamente amanti anche nella vita reale fino alla loro tragica morte.
Un film scandaloso, strano, sanguinoso, dove dietro la storia abbastanza semplice e i costumi e le scenografie rese molto bene, si cela un significato più profondo: l'omosessualità. I due protagonisti vanno avanti per tutto il film col darsi contro, befeggiandosi a vicenda, ma in realtà quello che stanno facendo non é mettere in mostra la virilità di uno e la giullalleria dell'altro, ma bensì nascondere quello che realmente provano: un'istinto irrefrenabile nel possedere l'altro sessualmente.

*per chi non lo sapesse e per evitare eventuali fraintendimenti, per stile d'annunziano non si intende, cinematograficamente parlando, lo stile del poeta D'Annunzio, ma bensì la ripresa di un testo letterario classico da parte del regista per una trasposizione cinematografica. Si usa d'annunziano perché D'Annunzio fu il primo scrittore italiano a lavorare alle sceneggiature italiane negli anni 20.