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UN DELITTO POCO COMUNE regia di Ruggero Deodato

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  12/04/2012 15:19:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'arma in più di questo tardo thriller all'italiana in un periodo in cui il genere cominciava a mostrare il fianco è sicuramente la malattia degenerativa che colpisce il protagonista, facendolo così precipitare in una corruzione fisica e mentale.
Di certo i primi due omicidi commessi dall'affermato pianista sono forzati,il movente appare un po' buttato lì per giustificare un'introduzione sanguinosa di tipo "argentiano",quando però Deodato vira sul dramma del protagonista la pellicola prende quota con vigore.
Lo struggimento di Michael York è un po' di maniera,la prova dell'attore è però convincente quanto il ripugnante trucco che lo tramuta da intrepido tombeur des femmes in raggrinzito e malandato vecchio.La sua condanna a morte diventa il velenoso modo con cui tenere in scacco la polizia fuorviando a più riprese le indagini e lasciando le autorità a brancolare nel buio,in particolar modo Donald Pleasance che dopo "Halloween" torna a vestire i panni di un detective la cui perseveranza sarà il mezzo per venire a capo dell'enigma.
Nel cast c'è anche Edwige Fenech,un ruolo importante ai fini del racconto per la bella attrice che questa volta concede ben poco agli ammiratori delle sue voluttuose curve.
La trama poggia quindi non sull'indagine e i tentativi di smascherare l'assassino,l'identità di questi è infatti presto nota,Deodato punta nel dar risalto all'incubo personale di un uomo che reagisce con violenza al proprio destino.L'idea è sufficientemente originale e con il progredire della malattia lo spettatore tende a provare una certa compassione per il protagonista,straziante nella volontà di portare a termine l'ultimo omicidio.Un Deodato poco conosciuto ma tutt'altro che disprezzabile.