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300 regia di Zack Snyder

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Niko.g     4 / 10  26/03/2015 12:52:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una mezza pagliacciata, direi. Tanto per cominciare l'inclinazione fantasy non ha alcuna giustificazione, visto che il soggetto si allaccia comunque alla storia e usa nomi e cognomi che nella storia hanno messo radici. La differenza è che Leonida si scontrò contro un esercito, mentre qui contro il circo di Moira Orfei. Per carità, come presa per il **** ci può stare benissimo.
Il difetto peggiore, però, è la trama ridotta a uno straccio, che sul piano emotivo riesce nell'impresa di rendere il film piatto. Tutti gli stacchi dal campo di battaglia a Sparta sono drammaticamente sconnessi e mostrano il lato sciatto del montaggio e dello sviluppo narrativo.

Sul piano estetico, si tenga conto che lo spirito guerriero, l'onore, il sudore, il sangue, insomma tutta quella materia che in un certo senso si può definire analogica per antonomasia e che trova in Sparta e negli spartani il suo emblema, mal si concilia con l'abuso della modernissima e fredda CGI.
Ne esce una "pellicola" estremamente maneggiata, alterata, in cui il computer ha un ruolo fastidiosamente dominante: accelerazioni, ralenti, spostamenti impressionanti dell'asse d'inquadratura, abuso di bluescreen (che poi è la tecnica degli spot pubblicitari per definizione). Certe immagini sono accettabili se mi vuoi vendere la new fragrance for Men di Versace, non se mi parli di Leonida e dell'attacco persiano alle Termopili. Perché se vuoi girare uno spot di trenta secondi sopra il Partenone o dentro il Gran Canyon, allora ci sta che tu ricorra a questi mezzucci, ma miseriaccia zozza e porca, se vuoi fare un film di richiamo storico con i contromazzi non avendo limiti di badget, ti metti a ricostruire le Termopili in studio? Che schifo! Sembra che si stia combattendo nel salotto di C'è posta per te!

Discutibilissimo poi il fatto che un fumetto possa essere fonte di ispirazione per un simile soggetto cinematografico, che in quanto tale avrebbe bisogno di ben altra forma espressiva. Se la cosa può funzionare in "Sin city", dove fotografia e grafica sono ben allineate al contesto e si presentano effettivamente innovative e giocose, qui invece si cade nel pacchiano e tutto finisce nel tritacarne di un esercito di pixel e di grotteschi figuri, senza arte né parte.

Altro film doppiato che è una schifezza, con toni e timbri tra i peggiori sentiti per prodotti di tale distribuzione. Ad eccezione del buon Roberto Pedicini, ci si chiede quale scriteriato motivo abbia indotto a scegliere una inadeguata Anita Caprioli o tale Diego Ribon (what? Chi? Eh??).
Poco male signori, perché alla voce narrante troviamo nientepopodimeno che il famosissimo Mimmo Mancini!