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STILL LIFE regia di Jia Zhang-Ke

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Invia una mail all'autore del commento piernelweb     5½ / 10  20/07/2007 12:44:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se il giovane e semisconosciuto regista Jia Zhang-ke avesse optato per realizzare un vero e proprio documentario, molto probabilmente i consensi per questo "Still Life" sarebbero arrivati unanimi da mezzo globo e non soltanto dalla mostra di Venezia. Fin dal primo lunghissimo pianosequenza, infatti, le potenzialità visive e descrittive della pellicola sono abbaglianti: il ritratto della provincia cinese, in completa ristrutturazione, devastata dalle macerie del vecchio e dall'abnormità impattante del nuovo che avanza è molto eloquente. La rinascita economica travolge i destini della povera gente, a vantaggio di pochi, scempi ambientali e condizioni lavorative e di vita estreme sono la regola vigente. Fotografia e location assolutamente notevoli premiati da un digitale di grande profondità. Purtroppo, la narrazione delle vicende dei quattro personaggi principali non è assolutamente all'altezza dell'impianto tecnico. Due storie d'amore dall'esito diverso raccontate blandamente con freddezza e distacco: dialoghi scialbi, recitazione aprossimativa e improbabile (vedasi ad esempio l'obrobriosa sequenza dell'addio tra Shen Hong e consorte). E allora la forza visiva di Still Life viene vanificata dalla inconsistente sceneggiatura, dalla ridondanza e dall'inutilità di numerosi segmenti. Il Leone d'oro è dunque immeritato e dimostra l'eccessiva tolleranza verso un cinema che è sì formativo, ma che perde completamente di vista l'importanza della storia, dei personaggi, della dialettica e delle azioni. E' molto più facile sottointendere piuttosto che esplicitare; bisognerebbe non dimenticarlo.