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STILL LIFE regia di Jia Zhang-Ke

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dhagos     6½ / 10  06/04/2007 23:49:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sarei così impietoso nel demolire il film, che riesce quantomeno a rendere l'atmosfera di distruzione e di morte che incombe sulla natura di questa regione cinese, trasformandola in una "natura morta" . E' poi interessante l'analisi dei feticci che si stanno impossessando dell'anima dei cinesi ; in primis la ricerca del danaro per il quale si rischia la propria vita , accettando qualsiasi tipo di lavoro , anche quelli più rischiosi nelle miniere di carbone.Addio ideologia comunista e ricerca di più giustizia sociale che quell'ideologia almeno teoricamente si riprometteva di perseguire. Il nuovo motto dei cinesi è fare soldi e la centralità delle banconote la si evince da alcune scene del film :la funzione di cartolina illustrativa sulle bellezze naturali delle diverse regioni della Cina impresse sulla cartamoneta , quasi come se la natura fosse più vera e più bella perchè dotata di maggiore valore economico e la scena dell'attore che si accende la sigaretta con una banconota , subito emulato dal giovane operaio , perchè simbolo di ricchezza e di superiorità dei nuovi ricchi, che rappresentano il modello vincente da emulare.
L'altro feticcio che indica il mutamento in atto è l'uso del cellulare presso tutte le classi sociali , con la ricerca della suoneria più trendy, una realtà che è segno dell'assimilazione della Cina all'economia capitalistico- consumistica ed allo stravolgimento dei costumi sociali.
Anche le improvvise apparizioni di ufo indicano, a mio parere, il senso di alienazione che si vive oggi In Cina (almeno secondo il regista), ed è naturale che in un Paese ,privo oramai di radici e di identità ,possano comparire gli oggetti più strani in mezzo alle devastazioni che l'uomo sta perpetrando ai danni della natura .
La critica ecologista è forse quella più forte mentre le critiche all'estabilishment comunista sono più velate per normale autocensura , anche se nel conflitto fra i funzionari e la gente del posto viene adombrato il distacco creatosi fra il paese reale e la sua classe dirigente.
Un altro punto interessante è il parallelismo fra i due personaggi , un uomo e una donna , provenienti dalla stessa regione cinese ed entrambi alla ricerca dei loro partner.Ciò che li separa è l'origine sociale , classe operaia per l'uomo e borghesia emergente per la donna. Il primo ha comprato sua moglie ed alla fine del film si decide a riscattarla e rappresenta il vecchio mondo patriarcale rurale ancora vivo sotto la rivoluzione comunista che oramai vive in funzione del danaro , l'unico bene riconosciuto valido nel declinare dei valori tradizionali.La donna ,invece, è lei a proporre il divorzio al marito e si sacrifica perchè sconfitta dalla sua rivale in amore, ancora una volta una neo capitalista , forte della sua posizione economica.Il nuovo ruolo sociale della donna rappresenta la vera rivoluzione della Cina dei nostri tempi ed il coraggio e la dignità della co-protagonista riscuotono le simpatie del regista che ne mette in luce la forza di carattere rispetto alle debolezze e alle ambiguità del suo uomo.
Un film ricco di simbolismi e di metafore( da citare anche l'insistenza nel sottolineare come l'acqua potabile non sgorghi più se non da contenitori di plastica) che forse non meritava la vittoria come miglior film al festival di Venezia , ma che sicuramente non è da disprezzare. Né si poteva pretendere una recitazione smagliante o un ritmo più incalzante per un film che si propone di descrivere un mondo in decomposizione , in transizione verso un futuro incerto sia per l'habitat naturale della Cina che per la sua società allo sbando.