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L'ULTIMO BUSCADERO regia di Sam Peckinpah

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  14/02/2007 23:35:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ingiustamente accolto come un film minore di Peckinpah, il film è una nostalgica e appassionata rievocazione di un mondo scomparso, che è emblematico sia nella tradizione preservata da Junior Banner (una delle performance migliori di McQueen) sia nell'opportunismo capitalista del fratello (l'immenso e sottovalutato caratterista Joe Don Baker).
Ci sono tutti i temi cari a Peckinpah: il coraggio, la solidarietà maschile, il sogno e l'utopia, il decisionismo, la speranza.
C'è un disincanto doloroso e commovente nella disperata fuga di due uomini . padre e figlio - davanti a un mondo che cambia ("I tempi sono cambiati, tutto è cambiato") e dove i vincenti di ieri possono essere i perdenti di "oggi".
Ottima prova anche di Preston e di Ida Lupino e diverse scene cult: la parata dell'inaugurazione del rodeo, con Junior e il padre che escono dalla folla a cavallo, e la rissa in bar, degna dei western classici di un tempo.
Con questo film Peckinpah celebra la fine di un certo mondo di una tipologia del western
E soprattutto c'è la grandissima tecnica di un regista insuperabile anche quando cita se stesso.

In particolare questa scena: Junior-McQueen confessa al padre di essere al verde.
- "A me servono solo 5000"
- "Nemmeno cinquanta"
Il padre fa per andarsene e dopo qualche metro supera la linea ferroviaria.
Passa una piccola diligenza che copre la sua immagine.
Si rivede l'uomo, che si volta verso il figlio e torna da lui.
E' come se avesse smaltito la rabbia e la delusione.
- "Andiamo al lavoro?" gli chiede, e se ne vanno via insieme

Credo che questa immagine catturi tutta l'essenza del cinema di Sam