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CRONACA DI UN AMORE regia di Michelangelo Antonioni

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     7½ / 10  19/10/2012 22:36:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il 1950 è l'anno degli esordi di alcuni registi che in futuro avrebbero segnato parte della storia del cinema italiano: c'era Fellini che collaborò con Lattuada, Emmer con UNA DOMENICA D'AGOSTO e infine Michelangelo Antonioni con il suo CRONACHE DI UN'AMORE.
Proveniente dal genere dei documentari, Michelangelo, era un giovanotto che conoscevano veramente in pochi e tra questi pochi c'era anche Marco Ferreri, anche lui giovanissimo allora e futuro grande regista poi. La storia per finanziare questo film è abbastanza risaputa nel mondo cinematografico ma non manco di ringraziare Ferreri perché senza di lui questo capolavoro non sarebbe mai nato (e mi permetto anche di ringraziare che qualche anno fa ne a Roma fece la restaurazione di questo film, un grandissimo lavoro!).

Il film senza alcun'ombra di dubbio riprende alcuni aspetti da L'AMOROSA MENZOGNA e ha determinati parallelismi con capolavori precedenti come CITIZEN KANE, LA FIAMMA DEL PECCATO, LA CITTA' NUDA per non parlare di una certa influenza nel modo di dirigere che proviene da Visconti, ad esempio per i molti piani sequenza de LA TERRA TREMA e di AMLETO, in scene come quella del ponte se non sbaglio il clous-ups dovrebbe esser ben 180 m ca, anche se è riconosciuta in Antonioni una metodologia inversa da Visconti. Oltre a questi lunghi piani sequenza si riscontra anche un'attenzione particolare alla profondità di campo, quella volta usarono infatti un obiettivo 25 con un diaframma 5.6/7!

CRONACHE DI UN'AMORE è una commedia sentimentale, vagamente noir, che esplora la complessità dell'essere umano a livello psicologico descrivendo i personaggi in modo dettagliato mostrandoceli come anime inquietanti, deluse. Ma se questo funziona è anche grazie alle interpretazioni dei due attori protagonisti la Bosè, magnifica nel suo cinismo di nobil donna annoiata e … continuamente indeciso e debole. Entrambi i personaggi esprimono l'impossibilità di amarsi in un'atmosfera di terribile insoddisfazione che rispecchia la personalità del regista stesso.

Come accadde in passato i due sono minacciati da terzi incomodi e come in passato decidono di eliminare il terzo componente del triangolo amoroso. Un passato che porta solo problemi, ma come si vedrà, l'unico modo perché il loro rapporto funzioni è grazie ad un assoluto bisogno di liti, di problemi, di pericoli, di minacce..