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NODO ALLA GOLA regia di Alfred Hitchcock

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Godbluff2     8 / 10  22/09/2022 23:46:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo il mezzo disastro de "Il Caso Paradine" Hitchcock ritorna sui suoi consueti livelli e torna a sperimentare sulla materia cinematografica e narrativa come sempre e anzi in maniera più decisa e prepotente di quanto avesse fatto fino a quel momento, escludendo probabilmente solo alcuni dei primissimi film del periodo muto fine anni '20. Ne viene fuori uno dei suoi film più sperimentali, a livello tecnico e a livello narrativo e l'esperimento è decisamente riuscito, al netto di vari problemi sparsi.
Primo problema, il mai abbastanza maledetto Codice Hays, che impedì l'esplicita rappresentazione del rapporto omosessuale tra i due assassini protagonisti, solo vagamente intuibile in modo allusivo nella messa in scena e nella caratterizzazione dei rapporti tra i due.
Secondo problema, il terrore dei produttori di far interpretare ad un attore celebre per un certo tipo di ruoli o personaggi, un tipo di carattere diverso, più ambiguo o negativo, oltre alle diffidenze degli attori stessi in questo senso, per timore che il pubblico reagisse male alla cosa, un pessimo vizio nel vecchio cinema americano: è il motivo per il quale il personaggio di James Stewart non è complice dell'omicidio come sarebbe dovuto essere in origine.
Terzo problema: lo stile di ripresa pensato anche per restituire la continuità di uno spettacolo teatrale è un'arma a doppio taglio perché alla lunga rende il ritmo un po' piatto e lo sviluppo narrativo stesso, nonostante l'abilità nella costruzione della suspense da parte del Maestro inglese, non sembra mai decollare del tutto. Non è noioso, ma lo è più di quanto le premesse non lasciassero presagire, diciamo così.
Problema bonus (solo per chi non lo ha mai visto in originale): l'adattamento italiano è davvero pessimo, compie aggiustamenti non richiesti, annacqua e ammorbidisce ulteriormente il tutto cambiando il senso principale del film tutto, il punto centrale, il movente stesso; terribile davvero.
"Rope" però ha talmente tante cose valide e interessanti al suo interno da mostrarsi più forte dei suddetti problemi.
L'idea di girare il film con dieci lunghissime inquadrature da dieci minuti l'una, mascherando tra l'altro (in modo spesso molto ingenuo, che strappa un sorriso, ma va bene così) i necessari e rari stacchi per cercare di mantenere la continuità e il senso di "film in un'unica ripresa" è ovviamente la perla del film a livello tecnico, un uso per l'epoca molto estremo del piano sequenza, con un gran lavoro di costruzione scenografica per consentire alla mdp i movimenti più liberi e fluidi possibili nel seguire i personaggi lungo quello che è a tutti gli effetti il palcoscenico. Un gioco di trucchi e illusioni all'interno del gioco di trucchi e illusioni per eccellenza (il cinema) quello che Hitchcock mette in piedi e con il quale coinvolge lo spettatore in una delle sue trappole più letali.
Lo svolgimento si dipana in un ambiente unico e nel corso di un'unica serata; quella di thriller serratissimi ambientati praticamente sempre nello stesso ambiente da "Rope" in poi diventerà una specialità di Hitchcock che la sublimerà in capolavori come "Rear Window" e "Dial M for Murder".
Per tenere alta l'attenzione degli spettatori in un film mono-scenografico come questo serve una sceneggiatura brillantemente studiata e scritta e quella di "Rope" (Arthur Laurents) ha dei tocchi di grandissima ispirazione.
Hitchcock e Laurents basano il loro centro narrativo su questo omicidio compiuto per il semplice gusto intellettuale del gesto, un omicidio "puro", per mettere alla prova la superiorità morale e intellettuale che i due fautori ritengono di possedere, superuomini che si discostano rispetto alla mediocrità comune e dunque, nella loro mente, impunibili e moralmente superiori ai concetti di "bene e male", si ritengono giustificati nel togliere la vita, ispirati anche dai concetti "rivoluzionari" del loro vecchio docente universitario (Stewart). Tra cronaca (il film e il libro dal quale è tratto prendevano spunto da un fatto reale) e letteratura (molti di questi concetti sono fortemente rintracciabili in "Delitto e Castigo" di Dostoevskij) il film ci mostra immediatamente questa premessa, motore di tutto il film.
Lo spettatore sa già tutto fin dall'inizio, cosa già consueta nel suo cinema, solo che questa volta Hitchcock si spinge più in là e non si limita a mostrarci o a farci intuire il colpevole e poi passare sul protagonista e sullo svolgimento dell'intreccio o a mostrarci l'atto criminoso del colpevole attraverso gli occhi del protagonista; questa volta conosciamo i protagonisti-colpevoli fin dal principio ed è su di loro che resteremo concentrati per l'intero film.
L'innesco della suspense è naturalmente "scoprire se verranno scoperti e in che modo" ma è portato avanti dal punto di vista stesso degli assassini; questa volta, colpevoli e protagonisti sono la stessa cosa, data la struttura formale e la messa in scena del film, non ci staccheremo mai da loro ed attraverso loro nascerà in noi la tensione per il proseguimento della storia.
Hitchcock non aveva mai reso in maniera così netta lo spettatore partecipe delle preoccupazioni, delle tensioni e dei pensieri dei colpevoli più che dei protagonisti; si finisce con l'immedesimarci in loro, la nostra suspense sta nell'attendere con trepidazione il momento in cui si tradiranno, commetteranno un errore, cederanno, verranno scoperti e smascherati dal professor James Stewart. Ma quando accadrà ? Come se la caveranno questa volta i nostri assassini-protagonisti ? Cosa si inventeranno in questo scambio di battute ? La loro superiorità morale/intellettuale verrà smontata, come la loro arroganza ? Verrà scoperto infine il corpo della vittima che fin dall'inizio è rimasto, consapevolmente solo per lo spettatore e gli assassini, sotto gli occhi di tutti ?
"Rope" è un ribaltamento di fronte geniale a livello di racconto hitchcockiano così come è un ribaltamento totale a livello di forma e messa in scena rispetto ai suoi precedenti film; è un film nuovo, coraggioso, anche se non perfetto, anche se in un sistema diverso da quello hollywoodiano avrebbe potuto essere anche migliore, anche se ha uno sviluppo non sempre appassionante allo stesso modo, purtroppo.
I dialoghi sono molto interessanti, si muovono in concetti delicati e come detto affronta tematiche importanti e ciò che muove le azioni dei due ragazzi è raggelante, inquietantissimo...perché è il "Nulla". E l'idea del "corpo del reato" sempre sotto gli occhi di tutti ma abilmente celato, con la consueta sicurezza di impunibilità quasi "di diritto", è un altro colpo di genio. Anzi, è il maggior "carburante" per la suspense degli spettatori, complici involontari che "sanno" ma sono impotenti.
In "Rope" dunque si crea tensione e coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore verso gli assassini, pur diviso con l'aspettativa nei confronti di Stewart/Cadell, che "deve" scoprire i due biechi colpevoli.
Molto bravi i tre protagonisti, Stewart, Granger e Dall. Soprattutto il primo inizia con questo film una proficua collaborazione con Hitchcock, che lo porterà ad essere il suo attore di punta negli anni '50, il decennio d'oro di Hitch, protagonista di alcuni dei film migliori del maestro britannico ("Rear Window" il remake di "The Man Who Knew Too Much" e soprattutto "Vertigo", il più bello di tutti).
Anche Farley Granger lo ritroveremo, pochi anni dopo "Rope", protagonista nel bellissimo "Strangers on a Train" (tra l'altro film con in comune il punto della tensione e del coinvolgimento verso il cattivo-colpevole di turno, anche se lì sarà circoscritta ad una sequenza in particolare e qui è meccanismo onnipresente).
Caratterizzati benissimo i personaggi di Dall e Granger, così diversi tra loro, uniti dal gesto criminoso ma in totale contrasto caratteriale.
Come ulteriore punto di novità nella filmografia hitchcockiana, questo fu il suo primo film a colori, girato in Technicolor.
Dopo le confusioni paradiniane, un Hitchcock che torna in campo più in forma che mai, fermato da una certa piattezza dell'impostazione teatrale che forse non infonde alla vicenda tutta la forza e la vivacità necessarie, eppure trasmette molto della forza espressiva di una storia con grandi punti d'interesse.
Un filmone, di quelli che ci aspettano sempre da lui.