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INTRIGO INTERNAZIONALE regia di Alfred Hitchcock

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amterme63     9 / 10  08/06/2009 19:52:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E’ uno di quei film che fanno scuola da quanto sono strutturalmente perfetti. Intrigo Internazione infatti è diventato il modello per molti film polizieschi e di spionaggio dagli anni ’60 in poi. Il suo segreto sta nell’essere strutturato apposta per catturare l’attenzione dello spettatore medio, stimolare la sua emotività e curiosità e quindi conquistarlo completamente per circa due ore. Non importa se le storie raccontate sono inverosimili, i personaggi poco realistici e la meccanica degli avvenimenti innaturale. Qui non si fa appello alla ragione, al senso critico ma all’emotività pura.
Questo genere di film hanno successo solo se spingono lo spettatore a una identificazione completa. Personaggi, luoghi e vicende devono essere speciali o esclusivi, non prosaici o banali; l’eroe infine deve trionfare dopo essere stato in grave pericolo. Dulcis in fundo un po’ di trasgressione erotica che è un po’ come le spezie sui cibi. Ecco servito il film modello del genere thriller/spionistico/avventuroso con le dosi ideali per una splendida amalgama.
In genere si comincia descrivendo una persona di ceto medio-alto, bella, affabile, ma allo stesso tempo cordiale e normale nelle sue abitudini e aspirazioni medie. Viene sentita come una persona di riguardo ma familiare allo stesso tempo. A questo “qualsiasi” di valore, capitano improvvisamente cose strane, inspiegabili, avventurose. Si trova nei guai ma non si dà per vinto e combatte strenuamente, in pratica contro tutti, per ritornare alla “normalità” precedente. Dà prova però di scaltrezza, abilità e sangue freddo. Noi ci sentiamo lui, trepidiamo, partecipiamo, approviamo, gli vorremmo dare dei consigli o metterlo in guardia. Insomma ci troviamo immersi fino al collo nella storia. Anche il regista/sceneggiatore stanno al gioco, o meglio, conducono il gioco, architettando difficoltà, ostacoli e soluzioni ingegnose o fortunate per venirne fuori. L’importante è non far uscire di scena l’eroe. Per questo riesce sempre a scampare e alla fine a vincere, tenendo il più possibile con il fiato sospeso chi guarda. Non si lesinano forzature come la scena finale, che in pratica riprone l’inizio di Vertigo (Stewart a penzoli e poi nell’inquadratura successiva tranquillo in casa).
Intrigo Internazionale quindi risalta come archetipo, come meccanismo e struttura perfetta per un certo scopo. Da questo film è partita in pratica la serie di 007 e il resto quasi a catena.
E pensare che Hitchcock non ha fatto altro che prendere i temi tipici dei suoi film precedenti (l’innocente perseguitato, le apparenze ingannatrici, i doppi giochi, i dubbi), depurarli di qualsiasi altra implicazione e amplificarne gli effetti, aggiungendo una fotografia e una scenografia più spettacolare. I film del periodo inglese erano in qualche modo più terra, terra; la gente era più normale, gli avvenimenti più quotidiani e prosaici; non mancavano le ironie, le prese in giro e anche gli spunti etici di riflessione. Qui no, è spettacolo quasi allo stato puro. Non è però un capolavoro, perché il capolavoro è inimitabile. Con Psycho ad esempio è riuscito a raggiungere lo stesso scopo rompendo schemi, creando un meccanismo perfetto in sé, assolutamente non riproducibile in serie o imitabile. Per questo Psycho è un vero capolavoro.
Un’ultima notazione. Questo è senza dubbio il film più “porco” di Hitchcock. Il personaggio di Eva, per come si presenta e per come si comporta è fra i personaggi femminili più “facili” del cinema pre anni ’60. Peggio di Marilyn Monroe. L’atto non viene mostrato ma viene dato per avvenuto, con preliminari dicisamente espliciti. Poco importa se a posteriori viene giustificato come gioco spionistico. Si ha a che fare con una donna decisamente libera di costumi ed emancipata. L’ultimissima inquadratura poi è molto molto eloquente nella sua simbologia ….
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  12/09/2012 21:22:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E davvero insolito se pensi che Eva Marie Saint, nella vita, era una donna tutta casa e chiesa, molto credente