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INTRIGO INTERNAZIONALE regia di Alfred Hitchcock

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Dom Cobb     7½ / 10  16/12/2018 15:21:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un manager pubblicitario, Roger Thornhill, viene scambiato per una spia da un gruppo di sinistri individui che attentano più volte alla sua vita. Con l'aiuto della misteriosa Eve Kendall, Thornhill cerca di tirarsi fuori dai guai e scoprire la verità dietro a tutta la misteriosa faccenda...
Da molti definito come il thriller definitivo di Alfred Hithcock, quello che contiene tutti i classici elementi della sua filmografia sviluppati al meglio, questo "Intrigo internazionale" conclude anche la scia di successi del maestro della suspense negli anni '50 e finora il suo periodo di gran lunga più proficuo sia dal punto di vista oggettivo che di critica e incassi. In generale ci si mantiene su livelli di qualità abbastanza alti, anche se non posso dire che si tratti proprio di una chiusura in bellezza.
Certo è che gli ingredienti per funzionare e tirarne fuori qualcosa di grandioso ci sono tutti: dalla trama spionistica al gran numero di location da una parte all'altra degli Stati Uniti, doppi e tripli giochi, personaggi dalla natura e dalle motivazioni ambigue, oltre al tema tanto caro a Hitchcock della persona comune invischiata in affari più grandi di lei. Eppure, qualcosa nel modo in cui tutti questi ingredienti vengono mescolati insieme non produce l'effetto sperato. Il lato tecnico è come al solito ineccepibile, fotografia e montaggio rimangono entrambi eccezionali, anche se la colonna sonora di Bernard Herrmann l'ho trovata più sottotono del solito e gli effetti speciali, in particolare quelli di retroproiezione, sono invecchiati maluccio e così finti da far sorridere.


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Non c'è molto da dire riguardo alle interpretazioni, se non che sono tutte adeguate e professionali, come ci si aspetta da star del calibro di Cary Grant o James Mason; ma questo non è un film dove la recitazione conta molto, e a dirla tutta, nessun membro del cast lascia un'impressione duratura, neppure il giovane Martin Landau, che pure ha una faccia molto particolare e adatta al suo ruolo. In particolare, Mason si rivela essere un villain insipido, molto elegante ma senza un minimo segno di minaccia che mi spinga a prenderlo sul serio.
Ma forse l'elemento che più distrae è che, sebbene la trama sia concepita con cura e i colpi di scena imprevedibili non manchino, è che non sempre viene sviluppata in modo impeccabile: il ritmo è spesso zoppicante, manca la fluidità necessaria fra una scena all'altra e alcuni inserti non necessari diminuiscono una suspense già abbastanza latente di per sé.


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Inoltre, il film compie l'errore di non soffermarsi quasi per niente sullo scopo finale dell'intrigo messo in moto, sull'obiettivo dei villains e sulla posta in gioco, così che anche durante lo scontro finale si fatica a rimanere del tutto coinvolti in quel che succede perché non si capisce il motivo che ha portato a tutto questo.


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Per fortuna, l'alchimia fra gli attori è sufficientemente elevata e l'impegno messo in campo evidente; e in alcune sequenze riaffiora la suspense del miglior Hithcock. Scene come l'inseguimento sul Monte Rushmore o l'intera sequenza che lo precede rimangono un manuale di Cinema vecchia scuola; peccato che il suo impatto venga parzialmente rovinato dal solito finale affrettato e sbrigativo, che risolve tutto nel giro di una scarsa decina di secondi contati prima di sbattere sullo schermo la parola fine. E' mia ferma convinzione ormai che Hothcock, per quanta maestria dimostri nel costruire intrighi avvincenti e nel costruire la suspense, non abbia veramente la capacità di far finire un film nel modo giusto.
Nonostante garantisca due ore abbondanti di efficace intrattenimento, "Intrigo internazionale" non rientra fra i migliori del maestro a mio parere, sebbene si tratti di un miglioramento rispetto al precedente "Vertigo". Adesso vedremo cosa ci riserverà il caro vecchio Alfred nel corso degli anni '60.