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IL DELITTO PERFETTO regia di Alfred Hitchcock

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JOKER1926     7½ / 10  13/10/2014 16:49:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un nome che visse una seconda vita, una rinascita è legato alla figura di Alfred Hitchcock, tale regia in vita fu apprezzata in modo del tutto parziale, dopo la morte l'ascesa…

L'arte ,diceva Carmelo Bene, o perlomeno lo faceva carpire, non è contemporanea, diventa artistica la cosa quando si avanza nel circuito dell'incomunicabilità (intesa in senso totale). Diventa arte una cosa di un mittente ormai non più interpellabile, quindi morto.

Questo fenomeno ha invaso la figura di Alfred Hitchcock, forse in modo incontrollato.
Tanti film del regista inglese ad oggi sembrano essere oltrepassati nella forma e nel contenuto, poggiano su nomi (gli attori) che rammentano epoche antiche e clamori ma il critico, quello incondizionato, appura le crepe che circondano l'operato della regia.
Ma ogni regista, seppur sia stato oggetto di critiche, nella sua carriera, giocoforza, vive momenti di grandezza oggettiva.

"Il delitto perfetto" del britannico, ad esempio, è un film che si avvicina ai concetti del superbo.

La storia congeniata da Hitchcock è semplicemente brillante e nell'arco di tutto il tempo è difficile trovare punti morti (a livello di ritmo) e grosse baggianate narrative. Di solito con Hitchcock siamo andati a discutere di corbellerie e forzature varie (vedere "Psyco") ma con "Il delitto perfetto" il sistema critico deve retrocedere, deve prontamente fermarsi.
La pellicola è sigillata in un disegno impeccabile che porta al suo interno una carrellata di emozioni e di pathos, l'intreccio viaggia su due linee, una è quella del genio, l'altra è quella della beffa.
Le situazioni vivono momenti esilaranti e i personaggi cambiano, mutano la loro posizione quasi continuamente. Colpi di scena continui, la vittima diventa carnefice; il carnefice sale in cattedra, sembra divenire imbattile, poi…

"Il delitto perfetto" è un film senza pausa, prende irrimediabilmente. C'è poco altro da aggiungere. Curiosa la scelta esasperata del regista di proiettare tutto in un solo spazio, ma non è la prima volta con Alfred Hitchcock. La cristallizzazione scenica stavolta però è più simbolica che fanatica. "La finestra sul cortile", produzione filmica di quel tempo, è esercizio di stile dannato e sciocco; passi l'esempio calcistico, nel calcio il colpo di tacco è arte ma va fatto in momenti opportuni, non sempre. Con "Il delitto perfetto" la circoscrizione spaziale può andare.
Questo del 1954, con copiose probabilità, rientra fra i primissimi lavori del britannico, questa è una certezza.