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TONY ARZENTA regia di Duccio Tessari

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Invia una mail all'autore del commento anthonyf     8 / 10  25/06/2012 23:38:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un noir robusto e di puro intrattenimento di Duccio Tessari, un regista italiano decisamente da riscoprire, che si avvale di una storia intensa e ben raccontata, nonché di un cast di gran classe, che vede in prima fila uno strepitoso Alain Delon, occhi di ghiaccio, nelle vesti del killer Tony Arzenta, una vaga sorta di Frank Costello, tuttavia molto più umano e credibile. In ruoli di co-protagonisti, spiccano per talento e bravura un sempre efficace ed onnipresente Richard Conte, forse leggermente prolisso nei panni del solito gangster anziano, capo della 'famiglia', ed un ambiguo ma espressivamente perfetto Umberto Orsini, nei panni oramai già calzati dell'avvocato infido ma scaltro, spalla e consigliere del 'boss'. Molto bravi anche Carla Gravina, sexy e decisamente credibile nel ruolo della prostituta umiliata dalla mala, e Corrado Gaipa, padre siciliano di Tony, comprensivo ed indulgente.
La sceneggiatura è molto coinvolgente ed inesorabile nell'ora e quarantacinque di durata, arricchita anche dalle ambientazioni milanesi, francesi e danesi suggestive e di un "grigio-soleggiato" opaco. Splendide sono le sequenze d'azione, realizzate con grande abilità da Tessari, il quale si permette coraggiosamente anche il lusso di intervallare la trama con momenti intensamente psicologici, in cui Tony rivela il suo animo interiore di padre di famiglia, prima che di uomo. Emotivamente straordinaria la scena dell'esplosione dell'auto, dove per pochi, brevi attimi, il killer solitario si vede uccidere sotto i suoi occhi la sua famiglia soltanto per aver chiesto ai suoi mandanti di uscire dal giro.
Da quel punto, parte una grande riflessione sulla vendetta, buia ma al tempo stesso, ben realizzata, con un Delon da brividi in tutto il film... comincio a pensare che i ruoli migliori, tralasciando la sua prolifica collaborazione con Jean-Pierre Melville, Delon li abbia avuti in Italia (da citare, oltre al suddetto noir, sono "Rocco e i suoi fratelli" e "Il gattopardo").
Amarissimo l'epilogo alla chiesa siciliana, di grande bellezza e suggestione visiva.