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ARANCIA MECCANICA regia di Stanley Kubrick

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Niko.g     7 / 10  07/04/2011 15:38:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Formalmente accattivante, sia per l'aspetto visivo che musicale. Naturalmente non siamo di fronte ad un fumetto "alla Tarantino" dalla violenza destrutturata e fine a se stessa, ma ad un film "impegnato", con significati etici, politici, culturali, ecc… Pertanto un film che affronta un tema così importante come quello del libero arbitrio, o forse più semplicemente della violenza insita nell'uomo, dev'essere giudicato anche e soprattutto dal punto di vista etico.
Il messaggio che ne deriva, mi è sembrato distruttivo, profondamente pessimista e dunque tronco, incompleto (nell'ipotesi migliore), ideologico e viziato (nell'ipotesi peggiore).
La "resurrezione" di Alex non porta nessun messaggio, riconduce semplicemente il sistema-mondo alle condizioni di partenza. Non c'è pentimento, né punizione, non c'è via d'uscita. L'Uomo è in un vicolo cieco e non può sfuggire al "male".
In Arancia meccanica, dunque, regna il "male" assoluto. Anche la musica del grande Beethoven è strumento e fonte d'ispirazione per immaginare e compiere questo "male". Tutto è deviato, tutti sono deviati, vittime e carnefici, individui e Stato. Ovvio che non può essere così, ovvio che la possibilità di redimersi esiste eccome e che oltre lo Stato, oltre i razionali e corrotti meccanismi sociali, esiste una coscienza (individuale e collettiva), una coscienza ridotta al nulla assoluto se "gli educatori" (i genitori di Alex) sono rappresentati come dei meri deficienti.
Kubrick non ci pensa nemmeno a dare questa possibilità di "vera redenzione" ad Alex (quindi all'Uomo). Gli unici personaggi "umani" (il prete e il guardiano della prigione) sono emarginati e ridotti a ridicole e stupide macchiette.
Arancia meccanica lo considero un film gustoso ma al tempo stesso avvilente. Non un capolavoro ma un'implosione che finisce per intossicare.
pier91  07/04/2011 16:25:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono ragioni ben esposte le tue, ma sono le stesse che rendono straordinario ai miei occhi il film di K. La non riuscita rieducazione è l'apice perfetto di una esasperazione portata ai limiti della rappresentabilità. Si tratta di un nichilismo passivo (e dire che persino Nietzsche ne aveva profilato uno attivo) ma è appunto questa la forza della pellicola. In Arancia meccanica non c'è posto per l'ottimismo, né per una proposta in positivo. Ma capisco che possa non piacere
amterme63  23/04/2011 23:30:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Niko sei bravissimo. Commenti in maniera perfetta e molto approfondita. Però secondo me hai una caratteristica che "stona" un po': giudichi i film non per quello che sono ma come vorresti che fossero.
Personalmente penso che sapere che il "male" esiste, opera e addirittura impera non sia fonte di intossicazione o di avvelenamento. Anzi, questo tipo di film sono campanelli di allarme, non sono disfattisti, tutt'altro. Spetta alla coscienza del singolo spettatore avere una reazione interiore, non deve essere il regista che te la presenta già bella scodellata. Sono molto più pericolosi, secondo me, i film che alla fine ti prospettano la "vittoria" del bene, perché induco a una specie di fiducia e tranquillità che spesso spingono a non vedere, a lasciarsi andare. Invece bisogna stare in guardia, attentissimi a tutto e a tutti. E' questo secondo me il grande merito di film come Arancia Meccanica: ti spingono a guardare meglio, ad approfondire dietro le apparenze e soprattutto ti lasciano la libertà di cercare TU la soluzione. E' il bello dei film tronchi e incompleti: è lo spettatore che è chiamato a completare.
Questo detto con il massimo rispetto per le tue idee.
Niko.g  24/04/2011 15:10:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio per i complimenti…
Non ho nulla contro i film incompleti o che escono fuori dal classico schema narrativo, ma in questo caso ne faccio una questione di proporzioni di contenuto. Più che una vittoria del bene, quello che manca in "Arancia meccanica" è una semplice e credibile presenza del bene, che possa almeno essere un’alternativa al truculento pasto che Kubrick ci serve sul piatto. Questa alternativa non solo è emarginata, ma addirittura ridicolizzata, come ho avuto modo di accennare sopra.
Se Alex fosse stato un damerino buono e rispettoso, dedito a trascorrere le sue giornate a comporre poesie e ad aiutare le vecchiette ad attraversare la strada e che poi finisce per essere “ingaggiato” da una grande associazione di volontariato, più di qualcuno sarebbe rimasto nauseato da tanto debordante buonismo. Io in questo caso critico il nauseante “cattivismo” ;-)

amterme63  24/04/2011 16:32:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma forse l'oggetto del film non è tanto il rapporto/contrasto fra i concetti di "male" e "bene", quanto quello fra "libertà" e "coercizione". Fino a che punto una persona è "libera" di esprimere tutti gli istinti che si porta dentro? Fino a che punto una istituzione può arrivare nel reprimere e comprimere la personalità di un "reietto"? Che ne è del libero arbitrio in uno stato moderno?
Secondo me Kubrick non si occupa dei concetti di Bene e Male perché forse li ritiene superati. Nella società attuale contano solo i concetti di Comando e Sottomissione ed è in base a questi che attualmente si forgiano i concetti di "bene", "male", "concesso", "vietato".
Ovviamente questo è il quadro come espresso dal film (o almeno quello che io nella mia limitata oggettività ho visto). Poi io e te possiamo tranquillamente scagliarci eticamente contro, se vogliamo. Però non possiamo prescindere dall'analisi e dobbiamo prendere in considerazione questo concetto come "lecito". Possiamo prendere le distanze ma non possiamo astenerci dal conoscere.
Niko.g  24/04/2011 17:40:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma infatti l'analisi nel mio piccolo l'ho fatta. Ogni espressione cinematografica e filosofica è "lecita", ci mancherebbe. Ho solo detto che questa visione dell'Uomo, privato di una presa di coscienza, o della possibilità di un ravvedimento, la trovo avvilente. E' come se dicessi che non concordo con il pensiero di Nietzsche...