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ARANCIA MECCANICA regia di Stanley Kubrick

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Marco Iafrate     9 / 10  22/07/2009 20:10:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dove nasce la tendenza che hanno gli uomini a compiere il male? Che cosa spinge l’essere umano a compiere azioni malvagie senza scopo e senza utilità? La tendenza a trasgredire e commettere violenza è innata ed immotivata, quasi sempre si compie il male soltanto per il gusto di farlo, in poche parole l’uomo è naturalmente portato alla malvagità. Perché?. Spesso azioni violente derivano da un elemento di per se innocuo: la noia. Quanti gruppi di ragazzi sono stati protagonisti di episodi detestabili soltanto perché si stavano annoiando? Quanti branchi hanno commesso violenze inenarrabili verso persone indifese con il solo scopo di vantarne le gesta con i propri simili? E’ l’abiezione dell’animo umano. Ci sono volte poi, in cui questa abiezione sfocia in follia ed allora si perdono alcuni punti di riferimento quali la ragione, la razionalità, la ragionevolezza. Il problema si complica quando si arriva alla constatazione che possono esservi dei punti di contatto tra la follia e la ragione, ad esempio quando la prima si presenta nelle forme della genialità o della creatività artistica, non generata quindi da una mente gretta ed ottusa bensì da chi il cervello lo sa usare molto bene come ad esempio quello di Alex, il giovane protagonista di “Arancia Meccanica”, un concentrato di neologismi, espressioni forbite ed una spettacolare logorrea . Queste riflessioni, conseguenti all’ennesima visione del film in questione, portano al tanto dibattuto problema del libero arbitrio: l’uomo è veramente del tutto libero di agire? Oppure subisce qualche forma di condizionamento verso il bene ed il male? E’ certo che senza libero arbitrio diventa difficile ammettere la responsabilità etica; bisognerebbe convincersi che l’uomo possa decidere della propria sorte attraverso l’esercizio di questa libertà. In “Arancia Meccanica” Kubrick ha voluto mettere sullo stesso piano la violenza privata con la violenza di Stato, Alex è allo stesso tempo vittima e carnefice, uomo libero e schiavo, il suo allegro furore nichilista privo di qualsiasi vincolo morale porta lo spettatore a provare quasi simpatia per lui, è la sublimazione della violenza, è esattamente il sentimento che voleva trasmettere il regista. La violenza può essere anche tramutata in una grottesca farsa, ma tale rimane.
Ciumi  08/08/2009 07:05:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Più che da dove nasca la tendenza che hanno gli uomini a compiere il male, a mio avviso, la riflessione centrale che suscita il film è: in che modo essa si sia radicata nella società d’oggi (siamo nei primi anni ’70, ma il tema è tutt’ora attualissimo), quale stato abbia assunto, e come, in questa fantasia di Kubrick, sia divenuta godimento, orgasmo, sublimità, musica.
La tendenza al male, si sa, esiste fin dove arriva la memoria dell’uomo; e nasce talvolta dall’indigenza (pensiamo ai poveri di Bunuel), dall’agio (mi viene in mente Hitchcock), è parte stessa della natura (Herzog, tanto per restare sempre in ambito cinematografico). Oggi, come giustamente hai detto tu, una risposta potrebbe essere la noia (già i primi campanelli d’allarme li suonava Baudelaire a metà ‘800 - ecco, sono già uscito fuori-ambito) ma anche, aggiungo io, dal totale disinteresse dei giovani alla vita politica, corrotta e sfruttatrice, dal senso d’isolamento da essa, che porta all’individualismo estremo e al nichilismo.

Marco Iafrate  12/08/2009 23:15:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non c'è nessun problema ad uscire fuori ambito se gli interventi sono interessanti, ben vengano. Il film di Kubrick descrive soltanto una delle molteplici forme che può prendere la violenza, che convive con l'uomo dalla notte dei tempi. Credo che non ci sia una risposta definitiva, probabilmente quella più plausibile l'hai menzionata tu: è parte stessa della natura.
Ciumi  13/08/2009 09:43:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' indubbio, le risposte a tali domande (ma ugualmente ci si potrebbe chiedere: "Da dove nasce il bene? La tendenza che hanno gli uomini a compiere atti benevoli, ad adempiere ai propri doveri morali?") non esistono; ma interrogarsi è necessario e, sicuramente, già molto.
amterme63  24/07/2009 08:47:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai toccato uno dei punti centrali del pensiero umano dall'antichità greca ad oggi. Bisogna arrendersi al fatto che non c'è una risposta definitiva anche perché pure i mezzi per giudicare non sono definiti una volta per tutte (cosa si intende per "malvagità" o per "utilità"?). C'è il fatto poi che ogni persona forma una storia a sé. Ci sono quindi 6 miliardi di forme diverse di "bene" e "male" mescolati fra di loro, ognuna diversa dall'altra. La diversità e l'incertezza è la regola.
Quello che mi dà fastidio invece sono quelli che pretendono di avere la risposta certa e la verità in mano, quelli che condannano e danno giudizi trancianti senza approfondire e conoscere tutto di una persona. Quelli, Marco, proprio non li sopporto, e ce ne sono tanti tanti, sempre di più. Questo film cerca di dimostrare proprio questo, che non c'è certezza o confine netto, che bisogna cercare il "male" dappertutto, anche dove si pretende debba esserci il bene. Ecco perché è un film attualissimo, molto osteggiato e quasi rifiutato. Più passa il tempo e mi rendo conto che è un capolavoro epocale, quello che apre l'epoca cosiddetta "post-moderna", la nostra epoca che stiamo vivendo in questo momento, quella in cui dobbiamo fare i conti direttamente con l'essenza umana senza mediazioni religiose o ideologiche e in cui bisognerebbe abituarsi all'idea di imperferzione.
Scusa, Marco, lo sfogo. Ciao e stammi bene.
Marco Iafrate  24/07/2009 19:54:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Luca è un piacere risentirti, per me è sempre un piacere leggere i tuoi interventi.
All'idea di imperfezione l'uomo non ci si abituerà mai, d'altra parte se è così da secoli molto difficilmente si cambierà rotta adesso soprattutto in quest'epoca dove anche l'ultimo degli idioti si mette a fare il giudice moralista. Io non riesco ad essere ottimista e vedo (soprattutto abitando in una grande città) il brutto prevalere sul bello, il male sul bene, la stupidità sulla cultura, la cattiveria sulla bontà. Qui l'arroganza e l'intolleranza stanno dilagando ed è sempre più difficile conviverci. Ma forse sono io che esagero e che tutto questo fa semplicemente parte della vita.
Un saluto, a presto. Marco
P.S. domani parto per una brevissima vacanza in Puglia
USELESS  22/07/2009 20:48:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dove nasce la tendenza che hanno gli uomini a compiere il male?
Satov a Stavrogin:
<E' vero che hai violato una bambina? E' vero che hai detto che non vedi alcuna differenza tra un' azione bestiale e un sacrificio eroico? E che tutti e due hanno la stessa bellezza?...>
Non dico leggere il libro... ma vedersi il film almeno. (Lo trovi su Emule)
Dostoevskij - I demoni - (di A. Wajda 1988) Vhs-Rip By USELESS.avi

Crimson  02/08/2009 23:45:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
già che viene citato Nikolas aggiungo il profilo di Helmut Berger ne 'la caduta degli dei' che in generale e nel particolare de 'la confessione' riprende proprio il personaggio di Stavroghin, che è molto ma molto simile anche a quello di Alex di questo film. Anche se molto più incompreso e più "filosofico" della coppia Burgess/Kubrick, che virano verso una riflessione prettamente sociologica.
Marco Iafrate  12/08/2009 22:27:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma lo sai che "la caduta degli dei" non l'ho ancora visto? Provvedo, provvedo. Mi hai incuriosito.
Marco Iafrate  22/07/2009 22:06:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio dell'intervento e del consiglio, vedrò di scaricarmi il film. Il libro l'ho letto qualche annetto fa, un romanzo di straordinaria bellezza, secondo soltanto a "Delitto e castigo" tra le opere del grande scrittore russo.