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ARANCIA MECCANICA regia di Stanley Kubrick

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Invia una mail all'autore del commento fe84     10 / 10  26/11/2004 16:20:06 » Rispondi
Ispirandosi al romanzo di Anthony Burgess"Un'arancia a orologeria",Kubrick firma un capolavoro che lascia sbalorditi ancora a distanza di anni per come viene rappresentata una generazione che sfoga gli istinti violenti all'interno di un contesto futuribile assai cupo,dove lo sperimentalismo nei confronti della gioventù violenta arriva al culmine negli esperimenti che Alex è costretto a subire per dimostrare di essere guarito dal suo modo di vivere la propria esistenza sotto il segno della violenza.Da questo punto di vista,Kubrick utilizza genialmente degli elementi che scandiscono con estrema precisione un percorso descritto sarcasticamente dal protagonista faticosamente deciso a reintegrarsi all'interno di un mondo che gli si rivolterà contro,dopo gli irreparabili danni umani che ha provocato prima di essere "ripulito"da delle istituzioni tutt'altro che raccomandabili.Non bisogna dimenticare che il regista(che fu anche un grosso intellettuale)analizza tutto questo prendendosi gioco delle convenzioni,trattando temi seriosi con un'ironia beffarda che anche in questo film è presente(cantare e ballare"Singin in the Rain",durante uno stupro è ironicamente crudele).La violenza è tutt'altro che gratuita,anzi è necessaria per fare capire che dietro di essa si cela un futuro simile al presente,nato da un passato lungi dall'essere davvero tale,ma in qualche modo colpevole di aver generato una visione del mondo catastrofica,dove la ragione di chi porta a violentare e stuprare è più sensata di chi ha voluto che si arrivasse a fare questo senza un minimo di consapevolezza e responsabilità.Molti fattori contribuiscono a rendere il film memorabile:dal linguaggio gergalizzato usato dal gruppo,alle scenografie del Korova Milk Bar e a quelle della casa dell'amica dei gatti,oltre che alle arie di Mozart e Beethoven ottimamente integrate dal regista e alla magistrale interpretazione di Malcolm McDowell qui nella punta più alta della sua carriera.