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MR. KLEIN regia di Joseph Losey

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Crimson     7½ / 10  23/09/2008 19:16:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Su una sceneggiatura che trae spunto a grandi linee da 'il processo' di Kafka, un film sul rapporto tra identità e istituzioni, e sull'inconciliabilità delle riflessioni sulla propria natura. Queste ultime sono esasperate nell'ottima location del film: la seconda guerra mondiale, in Francia. Un film che parla di indifferenza e di noncuranza per gli altri nè dalla prospettiva del dicriminato, nè da quella del discriminatore, bensì da una realtà il più possibile oggettiva, che si pone in modo naturale a chi guarda. Ciò è amplificato dai magnifici giochi di specchi e luci che dipingono il volto freddo e superiore di un magistrale Alain Delon. Ci sono due Robert Klein: l'uno ha la 'colpa' di essere ebreo, e tra fughe e mistificazioni non riusciamo a vederlo mai in volto. L'altro, colui che ne assorbe tutte le persecuzioni di una burocrazia cieca e malridotta, è un mercante di quadri, sbarazzino e sufficiente, amante della passività e del lusso. Accondiscendente del potere per principio, scopre la brutalità di un mondo non più malleabile e assoggettabile, ma cinico e paradossale, che gli si ritorce contro, e da cui tenterà in ogni modo di sfuggire cercando la sua verità: una verità irraggiungibile. Un vortice senza via d'uscita che schiaccia lo spettatore, inerme ma sempre lucido difronte alla discesa dell'odioso protagonista e del suo maldestro avvocato. Una fotografia cupa, grigia, bellissima, attribuisce quel tocco malsano e gelido in più ad una pellicola di gran valore, seppur forse un pò prolissa.