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UN PONTE PER TERABITHIA regia di Gabor Csupo

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Weamar     7½ / 10  14/11/2009 01:50:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo ammettere che sono rimasto particolarmente sorpreso vedendo questo film. Perché sì, “Un Ponte per Terabithia” merita anche solo una visione per chi – come il sottoscritto – piace viaggiare oltre gli schemi e, perché no, ama essere stupito. Perché ciò che rende questo film magico, sono i contorni e lo stile dell’intera vicenda. Non ci si trova dinanzi un posto inventato, in procinto di una guerra tra razze come i fantasy precedenti ci avevano abituati. Qui siamo nel mondo reale. Una realtà difficile, cruda, sacrificante ma da cui si può evade grazie ad una comunissima corda. Ed è proprio questa corda che consente agli spettatori un sospiro di libertà. Una corda capace di dividere in maniera sottile e palpabile, il mondo immaginario.
Le ambientazioni sono magiche, vivaci e allegre all’inizio, per divenir più cupe, misteriose e tristi nel tragico finale. E’ una storia drammatica, principalmente. L’evasione fisica e mentale di due ragazzi, capaci di divertirsi con poco, è la colonna portante su cui il film si basa con tanto d’introduzione prolissa, ma necessaria. Una morale che spinge e preme fin dentro l’anima riuscendo a trasmettere il fardello portato nel grembo del protagonista. Ma la vera scoperta non è Jess, bensì Leslie. Interpretata magistralmente da una sicura e convincente AnnaSophia Robb che, parere personale, potrebbe essere una scoperta in futuro.
Così come ha fatto “Il Labirinto del Fauno” (Sebbene il paragone è altresì impronunciabile), anche la pellicola/remake di Csupo tocca l’anima (Sebbene con meno efficacia rispetto al sopracitato labirinto), l’accarezza senza mai assaporarla del tutto. Si resta con un boccone amaro, senza voler tuttavia assaggiare altro. Qui la fotografia e, soprattutto, le musiche diventano qualcosa d’insostenibile; stupende, epiche e nostalgiche. La rinascita finale conclude degnamente questo cerchio fatto di lacrime ma che conservano, alla fine di tutto, quella bella cosa che è il ricordo delle persone più importanti.
Ed in questo, Terabithia riesce!