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IO, L'ALTRO regia di Mohsen Melliti

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  15/11/2007 10:54:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film dai contenuti potenzialmente esplosivi che purtroppo non riesce a colpire nel segno in maniera convincente a causa di qualche difetto di troppo.
La storia si svolge per intero su di un peschereccio,che diventa una sorta di non luogo per rappresentare il periodo attuale di sospetto ed odio nei confronti del diverso,questo avviene attraverso lo scontro tra un pescatore siciliano,Giuseppe, ed il suo aiutante tunisino,Yousseff,amici e compagni di lavoro,i quali si troveranno divisi da alcune notizie radiofoniche che insinueranno l’ombra del sospetto tra i due.
Fin troppo semplice individuare il messaggio del regista che arriva in maniera piuttosto sempliciotta e didascalica,senza poi contare alcune scelte in sede di sceneggiatura ben poco credibili.
Le diversita’ culturali,il sospetto nei confronti dell’immigrato,l’intenzione di non volersi fidare fino in fondo,il potere mediatico, stanno alla base di questo dramma marittimo che purtroppo non riesce sempre a scavare in profondita’.La folle ossessione di Giuseppe viene rappresentata in maniera quasi ridicola e sbrigativa con un’allucinazione molto banale,mentre il comportamento di Youseff appare non sempre attinente a quello che si scoprira’ nel finale.
Nonostante i difetti il film si lascia comunque guardare,appare veloce e ben interpretato dai due protagonisti,vale a dire un convincente Raoul Bova “costretto” a recitare in siciliano ed un ottimo Giovanni Martorana abbonato a ruoli del genere(vedasi “Quando sei nato non puoi piu’ nasconderti),il lavoro in sede di regia appare di buon livello ed anche lo sfruttamento degli angusti spazi del peschereccio è ben congegnato.
Melliti, scrittore tunisino esiliato in Italia da quasi vent’anni,qui al suo debutto come regista,perde un’occasione interessante realizzando un film riuscito solo parzialmente a causa di qualche ingenuita’ dovuta evidentemente al fatto di voler fare arrivare ad ogni costo il suo pensiero allo spettatore.