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DEATH DOOR - LA PORTA DELL'INFERNO regia di Jonas Quastel

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Jolly Roger     2½ / 10  28/04/2013 15:08:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dunque, allora...partiamo....l'ho visto tre giorni fa, avevo capito poco ma ero sicuro che m'aveva fatto schifo, ma non sapevo come commentarlo, non sapevo cosa scrivere.
Invece, ora, che ci ho ragionato un po' sopra.....non so cosa scrivere.
Vado a caso.

La Porta dell'Inferno, ovvero La Porta della Morte (Death Door) nel titolo originale, ha un titolo che non c'entra nulla col film, perchè nel film non ricordo alcuna Porta in particolare (o, almeno, una che avesse qualcosa di diverso dalle altre). Figuriamoci l'Inferno.
Quello che c'è, è una tipa che è convinta di essere nientepocodimeno che Jack Lo Squartatore.
Anzi no. Poi, infatti, sogna di essere in strada, ma in veste solo di testimone di un delitto di Jack Lo Squartatore.
E invece non è ancora così. Poco dopo, la tipa ha un'allucinazione, c'è lei con gli occhi dipinti di nero come Alice Cooper, vestita da prostituta dell'800, e immagina di avere la gola tagliata. Da Jack Lo Squartatore ovviamente.
Ricordo poi che la tipa è rinchiusa in un ospedale psichiatrico - e dove poteva essere altrimenti con quel che ha nel cervello?
Il Dottore le propone una nuova cura mentale, da tenersi però in un Paese diverso, dove le leggi non siano troppo avverse a "certe pratiche poco ortodosse". E dove sarà mai?
A Praga ovviamente. A Praga perchè lì ovviamente è tutto permesso. Anzi, addirittura c'è Hostel, quindi figuriamoci se fanno storie per un ospedale che fa esperimenti su pazienti umani!

A questa proposta del dottore, lei risponde afferrando una biro e piantandogliela nell'occhio. Anzi, no. Afferra la biro e firma il consenso e parte per Praga (il bello di questo film è che non solo il finale, ma addirittura l'inizio è aperto a più interpretazioni!!!).
A Praga, arriva all'ospedale psichiatrico, che è in un castello, viene accolta da una specie di Dottor Frankenstein e alloggia insieme ad altri pazzi come lei (no, beh, forse un po' meno di lei). Il metodo "poco ortodosso" di cui si parlava consiste nel collegare i pazienti ad un mondo virtuale, col preciso intento di non far capire più un ca.zz.o allo spettatore.
Da quel momento in poi il piano della realtà si interseca continuamente con il piano dell'immaginazione all'interno della testa della pazza che in più si intersecano con il mondo virtuale, creando un effetto tipo il 3D che in poco tempo ti porta a sboccare.
L'assassino è un incappucciato e si muove fastidiosamente a scatti (odio quell'effetto speciale, tipo The Reeker).
C'è il finale a sorpresa. Ma non me lo ricordo più.
Vorrei evitare di dimenticare il film e fare un giorno l'errore di rivederlo (purtroppo mi è successo con The Asylum). Ho messo un alert che ogni sei mesi mi rispedirà questo commento.