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SETA regia di François Girard

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Arkantos     5½ / 10  11/08/2013 09:05:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non mi piacciono granchè i film drammatici, ma volevo vedere questo film per curiosità, dopo aver letto il libro.

"Accipicchia, Arkantos è così pazzo da leggersi pure i libri?"

sì, aggiungendo anche un purtroppo.

Il titolo non deve ingannare: sarà pure corto, ma è pesante come un mattone e i capitoli sono suddivisi in modo strano, vi riporto giusto un esempio strambo.

1 = Mi sveglio con leggero ritardo; ma che leggero, sono le 9!!!!
2 = scendo per le scale.
3 = preparo la tazza e afferro la lama di Chef Tony per tagliare il pane.
4 = metto nel latte una merendina ultra calorica mentre riempo il pane di cereali...
etc.
etc.
etc.

In pratica per ogni azione di un personaggio c'è un capitolo, è tutto strano.

Poi è anche molto ripetitivo, privo di alcun interesse, privo di colpi di scena....

Ma noi stiamo parlando del film, giusto? Ecco perchè me lo sono visto, proprio perchè volevo vedere se il film poteva migliorare questo romanzo!

Purtroppo il film deve aver a che fare con un libro pieno di nulla, ma nella resa non è neanche malaccio.

Infatti il film ha cercato di accorciare le noiose andata-ritorno di Hervè tra Lavilledieu e il Giappone e riesce a dare un minimo di interesse:

- Quando finisci un capitolo del libro dici "NO, tin bast! Come a magna de profitt cot amish et po co corp contr a pouf. Quat o' finè, lo continuè!" quando in realtà non avrete più voglia di leggerlo (Non vi preoccupate, è scritto in dialetto dell'Incrocio).

- Durante il film invece pensate "Bah, vedrò se mi darà qualcosa o no."

E qua passiamo all'elemento più importante di un drammatico: le emozioni.

Lo ammetto, difficilmente mi emoziono quando guardo un film, ed è successo pure con questo: insomma, vuoi finirlo perchè cerca di dare qualcosa, ma non lo recepisci, vuoi per gli attori che sono tutto fuorchè espressivi, vuoi per qualcos'altro (come la colonna sonora), non so perchè mi ha dato questa sensazione di niente.

Le scene dove i giapponesi parlano senza che ci siano i sottotitoli avranno fatto storcere il naso a qualcuno, ma io la considero una buona idea perchè da allo spettatore quell'aria di incomprensione che ha Hervè ed è una delle poche cose buone che mi hanno permesso di dargli 5,5.

Le scene d'amore sono veramente patetiche, brutte, scontate, buttate lì senza alcun motivo sensato.

Ma c'è una cosa nel libro fatta male, ma così male al punto che io ho detto urlando "MA CHE SCHIFO!!!": il capitolo 59,


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non voglio neanche dire cosa c'era scritto perchè si tratta di una delle cose più anti-futuriste del mondo.

Nel libro è resa malissimo e sfiora pure il ridicolo, al punto che durante il film stavo perdendo le speranze. A quel punto è venuta la sorpresa dall'ovetto Kinder: era resa in modo totalmente diverso, molto più spirituale, esprimeva molto meglio il concetto di amore e aiuta il film ad avere un 5,5 da parte mia.

Concludendo, era impossibile creare un bel film da un brutto libro: il regista ha cercato di migliorarlo fino a renderlo accettabile e in questo, dal punto di vista della storia, ci è riuscito, come paesaggi è carino, ma le emozioni assenti, i colpi di scena assenti e degli attori mediocri non gli hanno permesso di raggiungere la sufficienza.