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SATURNO CONTRO regia di Ferzan Ozpetek

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Invia una mail all'autore del commento pompiere     5 / 10  17/06/2009 17:10:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con una regia in odore di blasfemia artistica, provvida di elementi apertamente scolastici, "Saturno contro" racconta di troppe storie tutte insieme (gira che ti rigiro, Ozpetek parte all'inseguimento di tutti i personaggi, producendo un fastidioso "effetto champagne") e non approfondisce quelle che avrebbe dovuto.
Non insiste a indagare le problematiche legate alle coppie di fatto, e questo è paradossale per chi si aspetta da Ferzan almeno un po' di partecipe militanza. Sceglie una posizione dialettica ed evanescente nei confronti di un tema scottante come l'eutanasia; l'argomento avrebbe addirittura meritato un film a parte (forse era il caso di non affrontarlo?).

Le vere sorprese sono da riconoscersi (e anche questa è una contraddizione) in due personaggi minori: un'attrice agli esordi (Ambra Angiolini, l'unica in grado di intenerire e distrarre con le sue bizzarrie astrologiche) e una veterana (Milena Vukotic). Loro sì che si meritano un "per sempre e comunque, per tutta la vita. Anche se sappiamo che per sempre non esiste".

Ritrovare i due attori principali delle "fate ignoranti" non è un'esperienza altrettanto piacevole. Accorsi, indaffarato a tenere nascosta una relazione extraconiugale, ci fa perdere tempo a rincorrere chissà quale significato date le sue scelte estemporanee. Margherita Buy, la moglie tradita, soffre in silenzio, perfetta rappresentante delle pene dello spettatore. E, ancora una volta, abbiamo a che fare con l'ormai inopportuno personaggio comico e da giullare della turca (nel senso di provenienza geografica) Serra Yilmaz. Che qualcuno provveda a liberarci della sua ingombrante presenza dai prossimi film di Ozpetek!

In "Saturno" si fa ricorso a un linguaggio retorico e ruffiano, attraverso il quale si è tentato in tutti i modi di far riconoscere il maggior numero possibile di persone nei personaggi proposti e nei quali, alla fine, ci si identifica solo a sprazzi. Non siamo lontani, ahimè, dai canoni televisivi su cui invece si sta appiattendo molta produzione di oggi, anche europea. Del film rimangono solo alcuni dialoghi, presi qua e là da improvvise e valide accelerazioni di una scrittura altrimenti appagata. Sarà mica stata colpa di Saturno?

Ma la pecca più imperdonabile in cui incorre la pellicola è quella di aver mancato il bersaglio quando si propone di trattare (perché c'è anche e soprattutto questo) il tema dell'elaborazione del lutto. Più che la perdita per la morte di Lorenzo (Luca Argentero) e il susseguente senso di abbandono, è la villa di Davide (Pierfrancesco Favino) a suggerire l'idea di un tempo passato più sobrio e gioioso.

L'oroscopo di Ozpetek vira sul brutto, speriamo che cambi il vento.
ferro84  15/09/2009 00:19:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In "Saturno" si fa ricorso a un linguaggio retorico e ruffiano, attraverso il quale si è tentato in tutti i modi di far riconoscere il maggior numero possibile di persone nei personaggi proposti e nei quali, alla fine, ci si identifica solo a sprazzi. Non siamo lontani, ahimè, dai canoni televisivi su cui invece si sta appiattendo molta produzione di oggi, anche europea. Del film rimangono solo alcuni dialoghi, presi qua e là da improvvise e valide accelerazioni di una scrittura altrimenti appagata. Sarà mica stata colpa di Saturno?

Questa è musica per me, bravo condivido in pieno
Invia una mail all'autore del commento pompiere  15/09/2009 11:38:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie ferro :-)

L'ho scritta non senza provare dolore e dispiacere per il film poco riuscito. Ho dovuto, però, ascoltare quello che mi diceva il cuore. E non era niente di buono.