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SATURNO CONTRO regia di Ferzan Ozpetek

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amterme63     7 / 10  01/03/2007 23:21:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stavolta la magia della semplicità e della solidarietà non è riuscita perfettamente. Le intenzioni di Ozpetek sono molto chiare, ma i mezzi e i modi con cui ha voluto comunicarle non sono all’altezza e finiscono per sminuire la validità del messaggio.
Nel film si fa vedere chiaramente che, per Ozpetek, la nuova unità cementante della società è il gruppo di amici solidali, che riesce anche a supplire alle tante deficienze dell’istituto matrimoniale, dipinto come qualcosa che stringe i soggetti come in una morsa, più che farli star bene. I coniugi in crisi si ritrovano nel gruppo e grazie all’aiuto degli amici, riescono anche a tentare di salvare il loro rapporto. Il gruppo è come o più dei “parenti”. Tra l’altro la coppia più salda e legata lo è per ragioni affettive, non certo per un’istituzione che li unisce (e non li potrebbe unire, visto che si tratta di due uomini). La verità del sentimento è così evidente che anche un padre di tradizione cattolica è costretto a riconoscerne la superiorità sulla norma legale ed etica.
Il gruppo però ogni tanto mostra qualche crepa, qualche tensione. A volte sembra che anche esso debba in qualche maniera obbligare il singolo (ci si sente quasi in dovere di seguire l’iniziativa comune). Manca poi qualunque connotazione sociale, che caratterizzava i film precedenti di Ozpetek. Tutti appartengono alla classe media e il fatto di non avere problemi finanziari sembra quasi rendere loro la vita più infelice.
La storia non ha un vero e proprio portavoce, non c’è un personaggio centrale che fa da perno: questo crea un po’ di confusione stilistica nel film. Mancando un’unità sentimentale, fallisce l’intento del regista di fare immedesimare lo spettatore nei personaggi. Li si guarda in maniera distaccata, faticando a comprendere certe scelte, come quella della stretta di mano fra la moglie e l’amante, che ha scandalizzato il pubblico femminile in sala. Il culmine viene raggiunto nella scena del pianto collettivo all’obitorio, che a me ha fatto un effetto comico. Bisogna dire però che ci sono anche delle scene molto intense e toccanti, come quella del dialogo fra il padre e il compagno di suo figlio.
Ho avuto l’impressione che si fosse partiti da un’idea (l’affermazione del gruppo come unità sociale) costruendoci il film intorno, senza però riuscire a renderlo veritiero e spontaneo.