caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SATURNO CONTRO regia di Ferzan Ozpetek

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  24/02/2007 21:52:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono mai stato magnanimo nei confronti di Ozpetek (con la lodevole eccezione di "le fate ignoranti") ma questa volta mi devo inchinare davanti alla capacità (ok indulgente, edificante, populista) di rendere con straordinaria efficacia il senso del distacco, di trasmettere il devastante senso della perdita di qualcuno...
E' il suo miglior film, non si discute: quelle che erano sempre sembrate ottime intenzioni/intuizioni messe al servizio di opere quantomeno discutibili, ora si trovano (magicamente) in un trait d'union assolutamente convincente e sincero.

Indubbiamente questo è cinema lontanissimo dei salotti dell'Accademia, che flirta con le soap - opera o le fiction (anche nel linguaggio paratelevisivo) e che non teme di farlo, cinema autoriale che si prospetta pretenzioso, e che invece è prodotto di massa, ma nell'eccezione migliore del termine.

Ozpetek ha sempre avuto il difetto di voler costringere lo spettatore a vivere globalmente le sue storie, e anche in questo caso non manca di sottolinearlo: troppa enfasi melodrammatica, troppe situazioni sottolineate quando andrebbero suggerite o soltanto ispirate, troppe inquadrature che separano la storia dalla ricerca soggettiva dell'effetto tecnico: la mdp che segue i personaggi, che ne scardina lo sguardo, che li separa e li unisce in una clandestinità di voci, azioni, pensieri.
Virtuosismi che a volte non sono indispensabili, ma che talvolta ottengono un realismo essenziale davvero fuori dal comune: è stato così per lo sguardo immortalato della Mezzogiorno nell'ultima scena di "la finestra di fronte", è così per il vortice affettivo di Lorenzo prima del collasso, come se dovessimo annunciare che nella morte siamo vicini agli altri e terribilmente distanti anche da noi stessi.

Nonostante i difetti che restano una costante del suo cinema, la direzione degli attori supera ogni aspettativa: le prestazioni del casting sono a dir poco eccellenti, e su tutti direi Favino e due donne estremamente diverse tra loro per varie ragioni come la Vukotic e il delicato difficile personaggio di Ambra Angiolini ("tu vorresti essere me?").

Se "il problema non è accettare, ma condividere" "Saturno contro", con le sue congiunzioni e divergenze astrali, è un gran bel film che affronta l'unica realtà r-esistente, la consapevolezza che i vincoli affettivi e le etichette fanno parte di un pregiudizio esagerato che non tiene conto della bellezza di un sentimento, qualunque esso sia.
Un film che dovrebbe sbugiardare gli esteti della famiglia tradizionale pronti a scatenare le proprie invettive su uno "scandalo" che costruiscono con la loro arma di difesa, col loro incomprensibile disprezzo.

Ma piu' che altro, è un film sulla perdita e credo che Ozpetek sia riuscito a coinvolgere molto efficacemente lo spettatore sul grande abisso che viviamo quando una persona a noi cara se ne va per sempre.

L'unica "provocazione", pensate, è che sia un film "italiano" che omette ogni riflessione religiosa a favore del profanismo zodiacale degli astri e dei pianeti "contrari" (Saturno è il pianeta della solitudine e della passività)

Meno efficace, ed è come se il regista non abbia avuto il tempo necessario ad approfondirla, è il personaggio di Laura (Isabella Ferrari) che non sappiamo bene come collocare: ama? è amata? ha bisogno di protezione o di conflitti?

Ribadisco (una volta tanto) l'8 per come l'autore è riuscito a "catturare" le mie emozioni, privandole talvolta delle sfumature interiori della "sottrazione visiva" e lasciandole preambolizzare nella veste anche banale di una fiction, che è comunque l'unico modo, e certo il piu' efficace, per rivolgersi ad ogni tipo di spettatore.

La "sottrazione" della perdita, l'abdicazione affettiva alla rinuncia di una persona, emblemizzata in una sequenza in part.; ci rende testimoni dell'unico "scandalo" indicativo, la necessità di esprimere amore per il prossimo e favorirne a lungo il suo ricordo
maremare  25/02/2007 19:32:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grande commento.
DJ_Fetish  12/03/2007 14:59:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perdonami ma ho letto tutti i commenti (forse l'unico pregio di questo film per me è aver risvegliato il mio spirito ipercritico) e il tuo è uno dei più positivi, quindi mi viene da chiederti:
Veramente pensi che il cast sia eccezionale e ben diretto?
Per me è questa una delle pecche maggiori del film!
Ambra, diciamolo sinceramente, è stata scelta solo perchè icona gay non certo per le sue qualità, anche se poi non si rivela tra le peggiori (ma nemmeno fa ben sperare). Luca Argentieri è abbastanza mediocre e come per Ambra vale il discorso che non sembra tra i peggiori solo perchè nel giudizio ti condiziona il fatto che ti aspetti che sia inguardabile.
Accorsi è imbarazzante in molte scene e sempre troppo uguale a se stesso.
Serra Yilmaz deve essere amica o sorella del regista, altri motivi non me li spiego.
Il biondo starebbe bene solo su qualche pubblicità.
Favino, che è bravissimo, a tratti sembra uscire dal suo personaggio e "smacchiettare" verso lo stereotipo del gay.
La Buy va a scarto molto ridotto, in una parte che ormai recita a memoria (svogliata).

Perchè in Italia si fanno recitare solo raccomandati o nomi che richiamano pubblico e quasi mai gli attori???
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  12/03/2007 21:24:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì hai ragione anche tu, in effetti un quarto del cast esce da "un medico in famiglia" se non sbaglio... comunque penso che la direzione degli attori sia superba, Argentiero si farà ma la sua prova non era certo facile... hai dimenticato Fantastichini e l'ottima Vukotic
Comunque al di là di questo è il forte spirito di aggregazione che si respira nel film, che non è solo territorio di Pupi Avati o altri registi del genere (bravi per carità). Insomma, credo che anche per le tematiche affrontate sia un film valido e necessario... che poi arrivi alla massa nazional.popolare e adotti il linguaggio delle fiction tv non è poi un male
DJ_Fetish  13/03/2007 16:58:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sforzo di trovarci del positivo e riesco anche ad essere d'accordo con te.
Fantastichini e la Vukotic non li ho citati proprio perchè bravi, così come l'attore che fa la parte del padre di Argentieri.
E forse è vero il tuo discorso sullp spirito di aggregazione, che però era molto simile in "Le Fate ignoranti" e per quanto riguarda il tema trattato, è vero che è sempre più attuale e non fa male affatto ritrovarlo in film non necessariamente di nicchia, però a volte quì ho trovato dell'approssimazione nel farlo (vedi la scena del saluto finale tra Favino e il padre, che in un minuto capisce la vita e i sentimenti del figlio che aveva osteggiato e rifiutato di comprendere per una vita...)
Speriamo che al prossimo tentativo Ozpetek dimostri che un vero regista sa spaziare e fare bene su diversi campi.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  14/03/2007 13:59:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì ci sono delle forzature, vero. Del resto quando ha cercato di affrontare altri temi non gli è andata molto bene (v. Cuore sacro) non credi? Ma ribadisco proprio "la descrizione di una vita normale" favorisce, per O., e speriamo anche per gli altri, la caduta di certe barriere culturali
DJ_Fetish  20/03/2007 16:51:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Me lo sono (volutamente) perso....e a sto punto aggiungo per fortuna!!!
hahaha
ciao
Pasionaria  25/02/2007 13:27:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Interessante analisi, Kow, andrò a vederlo sicuramente vincendo la renitenza nei confronti di Ozpetek,dovuta ai suoi ultimi film, che mi hanno poco convinta dopo lo splendido "Le fate ignoranti".

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  25/02/2007 22:35:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Invia una mail all'autore del commento Caio  27/02/2007 01:21:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si è vero, ho trovato anche io qualcosa de "la stanza del figlio": ma mentre li mi ricordo che non c'era nessun appiglio consolatorio (l'ho visto una volta sola al cinema e non ho avuto piu il coraggio di rivederlo) ma si veniva letteralmente sommersi in un clima di totale disperazione, qui ci sono la fede e la speranza che offrono momenti di vera e sincera felicità (cinematografica si intende). Tra le tante "finezze", mi ha colpito molto il rapporto tra Margherita Buy e il "frocio" più anziano, quasi che fossero i pilastri del gruppo, padre e madre di ognuno. Una grande famiglia di persone, molto bella a vedersi. Credo che in questo Ozpetek sia davvero unico.